Un grande scrittore racconta un maestro immenso della musica contemporanea. «i suoni erano inauditi, ma facevano parte di me. Rarefazioni che avevo pur vissuto, anche se mai trovate espresse nel panorama musicale che mi circondava. Come un viaggio in abissi che contenevo. In un altro spazio. In un altro tempo». La facoltà dello stupore: è questo il nucleo attorno al quale orbita l'intera esperienza artistica di franco battiato, la matrice che accomuna tutti i brani della sua vastissima produzione. La sua musica è un dono, un invito a smarrirsi per poi ritrovarsi; è un'esortazione a sperimentare continue incursioni in un altrove sconosciuto, negli infiniti «mondi lontanissimi» che possono aprirsi lungo il cammino delle nostre vite. Ed è proprio questo «senso di stupore inaudito» il sentimento dal quale prende le mosse aldo nove per ripercorrere la parabola umana e creativa del musicista siciliano e illuminare le incessanti peregrinazioni dello spirito che la alimentano. In queste pagine conosceremo un giovanissimo battiato che a riposto, in sicilia, trascorre interi pomeriggi ad ascoltare i suoni della natura, con l'inquietudine di chi ha sempre voglia di andare via; anni dopo, a roma, lo vedremo incassare il «le faremo sapere» dei discografici, per poi seguirlo a milano, dove muoverà i primi passi nel mondo della musica e si imporrà all'attenzione del pubblico e della critica come una delle voci più originali del momento. Leggeremo di incontri sorprendenti, di turbamenti capaci di trasformarsi in musiche e parole, in suoni che sembrano provenire dal recesso dell'anima e hanno la forza di dilatare il tempo e lo spazio. Verremo condotti per mano nei meandri dell'opera di uno dei più grandi geni della musica contemporanea e saremo chiamati a cogliere i «frammenti dell'infinito» disseminati lungo un percorso musicale ed esistenziale di rara intensità. Infine, leggeremo le parole d'amore e di riconoscenza di un grande scrittore nei confronti di un uomo in grado come pochi altri di trascendere i confini, di guardare oltre le cose.
In un medioevo 'pieno di stupore', teatro di battaglie, custode di segreti, terra di avventure e di viaggi, di amori e paure estreme, dispensatore di attimi sottratti a un'eternità di cui pareva si cibasse ogni cosa, sorse un uomo, giovanni di bernardone, poi conosciuto come francesco. L'uomo di assisi, colui che vedeva la luce e la bellezza del suo maestro gesù in ogni volto di persona ma anche di animale, e non solo in essi ma pure nel sole, nella luna, nella terra su cui camminava insieme agli altri. San francesco, il 'poverello' per antonomasia, il folle di dio. Aldo nove in questo suo nuovo libro non si limita a ricostruire la storia di francesco. Lo fa dal punto di vista del nipote piccardo, un ragazzino dapprima spaurito di fronte alle scelte radicali dello zio, ma poi gradualmente pervaso di una ammirazione giocata sullo stacco fra il riconoscimento della verità e la coscienza di non poter essere come francesco, di non poter seguire il suo cammino nello stesso modo. Sullo sfondo, le forti emozioni e gli sconvolgimenti di un'epoca che non fu affatto buia come talora si crede, ma viva come lo sono i linguaggi infantili, forse i soli a cogliere il momento indicibile in cui la vita di un testimone del regno come francesco si trasforma in esperienza condivisibile di santità.
Come parlare d'amore dopo il pop e la televisione. L'amore disperato e audace dell'infanzia. L'amore inesorabilmente devastato dal tempo. Il ricordo formidabile del primo bacio. L'amore ritrovato della maturità. Il racconto commosso di un amore (di molti amori), che è anche il ritratto feroce e ironico dell'italia dagli anni settanta ai novanta, quando tutto è cambiato per sempre.
Persone vere, mai raccontate però. Chi lavora in agenzie web, nei service più diversi, chi fa il pastore precario, chi vive la flessibilità di ogni genere, chi fa lo stagista a vita, chi a vent'anni fa un lavoro di 'relazioni e di successo', chi lavora in uno studio da avvocato ma si mantiene facendo il cameriere. Aldo nove presenta una grande inchiesta, un docudrama italiano, un reportage delicato e struggente in cui le storie vere di giovani e non più giovani si affianca ogni volta al commento di aldo nove.
Aldo nove torna con un libro incantato e selvaggio, una sorta di 'spoon river' delle figure, delle ossessioni e delle paure infantili, ma dilatate a occuparsi e preoccuparsi di tutto ciò che di sbagliato sta accadendo su questo pianeta. Mai il punto di vista è stato così preciso e nitido, mai la voce così limpida pur pronunciando le più comiche, crudeli, strampalate favole della vita quotidiana di una piccola città, viggiù, destinata a diventare il mondo per antonomasia. Punto di vista di un bambino, o preadolescente, come bloccato a guardar fuori da una finestra sospesa nello spazio e nel tempo, da cui assiste a una fantastica commedia degli orrori con una imperturbabilità che ci permette di riconoscerlo: quel bambino è la parte rimasta buona di noi stessi.
'appena arrivato a puerto plata scendi dall'aereo senti il caldo tropicale ventilato tu stai bene. Hai lasciato dietro di te l'italia il lavoro quella concezione del lavoro che ti svuota la vita la tele ti porta a sognare le palme l'oceano le spiagge che vedi dall'alto atterrando e sei qui'. Sbarcato nei caraibi, un turista in cerca di sesso e di divertimento sfrenato si trova a percorrere i supermercati di santo domingo accorgendosi che il mondo è uno solo e che santo domingo è, in fondo, del tutto uguale a qualsiasi paese della brianza.
'ero piccolo ma già sapevo che riempirsi di cose era il modo che usiamo per sentirci il più lontano possibile dalla morte'. Un bambino osserva il mondo degli adulti con la sua voce tersa e visionaria. Il padre che guida velocissimo cantando jingle di carosello, ma da quando la moglie si è ammalata spesso ferma l'auto di colpo e 'fa la faccia della morte'. La madre che era una hippy e ora ha il cancro e aspetta la morte, ma a morire per primo è il marito, 'come un'offesa inimmaginabile'. Rimasto solo, ormai adolescente, il protagonista sprofonda nell'alcol e negli psicofarmaci finché per errore non manda a fuoco la casa. E comincia la sua iniziazione all'abisso, dove droga e irrefrenabile desiderio sessuale ricalcano il meccanismo dell'attesa e del consumo che riempie le nostre esistenze. Una specie di morte in vita da cui però - imprevista - affiora la rinascita.
Racconti brucianti e bruciati, noti per lo stile ironico e disperante che mette in ridicolo un'italia intossicata dai telefonini e dai telecomandi, dalle televendite e dai teleoroscopi. Adolescenti terribili, che come tante piccole coppie di 'erika ed omar' trovano nella famiglia una vera prigione psicotica, e la trasformano in una esemplare 'scena del delitto'. Personaggi che, come anni dopo avrebbero fatto gli adolescenti istupiditi dei reality show, si presentano già come le aspiranti veline di una società afasica e farneticante. 'woobinda', primo libro di aldo nove, è stato pubblicato nel 1996 da castelvecchi.