'strano destino quello del 'codice di perelà': uno dei vertici assoluti della narrativa italiana del novecento, eppure destinato a tutt'oggi a rimanere un capolavoro per 'happy fews'; anche se l'autore stesso nel 1958 non aveva mancato di dichiarare senza ambagi la sua predilezione per l'opera: 'perelà è la mia favola aerea, il punto più elevato della mia fantasia'. Se da una parte va considerato un esempio precoce di antiromanzo, dall'altra va letto come una favola allegorica: allegoria di una società e allegoria dell'impossibile opera di salvazione universale tentata, con la sua sola presenza e come 'malgré lui', dal protagonista, perelà, l'uomo di fumo. Non per niente l'opera ricalca in alcuni punti salienti la vita di cristo. Favola allegorica; romanzo ermetico che preclude gelosamente il proprio segreto; farsa, opera buffa, romanzo aperto, antiromanzo; opera impegnata sia pure indirettamente con le tensioni sociali del proprio tempo; libera fantasia poetica: coi suoi diversi piani e i molteplici suoi elementi, 'il codice di perelà' sembra respingere le interpretazioni onnicomprensive. Ma solo queste saranno all'altezza di un romanzo così vario, ricco e profondo: un libro che non smette di crescere col tempo che lo separa dalla sua apparizione. ' (dallo scritto di luciano de maria)
Le zitelle più amate della letteratura italiana vengono riproposte nella loro versione originaria, nella prima stesura del romanzo palazzeschiano, datata 1934. La vita delle due sorelle materassi, cinquantenni ricamatrici pazienti e ligie al lavoro, viene sconvolta dall'arrivo del nipote remo, il bellissimo adolescente che a poco a poco scialacqua il bel gruzzolo che le due formiche avevano accumulato sudando assiduamente su sangalli, merletti e rifiniture. Il capolavoro di una tra le figure più vivaci del novecento italiano, il romanzo in cui palazzeschi riversa tutta la sua vena di grande interprete, in chiave grottesca, della piccola italia.