'la frontiera' è uno dei libri più belli di alessandro leogrande, giornalista e scrittore scomparso nel 2017. Si tratta di un reportage appassionato e documentato sulle migrazioni nel mediterraneo, sulle tragedie dei naufragi, sui trafficanti e sui centri di accoglienza. Leogrande ci porta a conoscere le storie dei sopravvissuti, dei rifugiati e dei richiedenti asilo, ma anche dei volontari, dei militari e dei politici che si confrontano con il fenomeno dell'immigrazione.
Il libro è diviso in quattro parti:
- la prima parte si concentra sulla frontiera marittima tra l'italia e la libia, raccontando l'operazione mare nostrum, le testimonianze dei migranti eritrei e le condizioni di vita nei campi libici.
- la seconda parte si sposta sulla frontiera terrestre tra la grecia e la turchia, descrivendo la situazione di patrasso, il ruolo di alba dorata e le rotte balcaniche.
- la terza parte si occupa della frontiera interna all'europa, esplorando i centri di identificazione ed espulsione (cie) italiani, la violenza della periferia romana e il dibattito politico sul tema dell'accoglienza.
- la quarta parte si apre alla frontiera globale, riflettendo sul significato delle migrazioni nel mondo contemporaneo, sulle responsabilità storiche e morali dell'occidente e sulle sfide per il futuro.
'la frontiera' è un libro che non lascia indifferenti, che ci interpella come cittadini e come esseri umani. È un libro che ci fa riflettere sulla nostra identità, sulla nostra solidarietà e sulla nostra coscienza. È un libro che ci fa capire che la frontiera non è solo una linea geografica, ma anche una ferita sociale, una sfida culturale e una possibilità di incontro.
Il sud, e in particolare la capitanata, è diventato da diversi anni meta di decine di migliaia di immigrati che accorrono per la stagione della raccolta del pomodoro. Raccogliere l'
Il sud, e in particolare la capitanata, è diventato da diversi anni meta di decine di migliaia di immigrati che accorrono per la stagione della raccolta del pomodoro. Raccogliere l''oro rosso' è un lavoro durissimo che spezza la schiena e le braccia, ma viene pagato pochissimo. Sono lavoratori inquadrati in situazioni di vita e di lavoro addirittura precapitalistiche: alloggiati in ruderi fatiscenti, sono anche sottoposti alle vessazioni, spesso sadiche, dei 'caporali', che offrono il loro lavoro a un mondo delle imprese che se ne serve per comprimere i costi. Talvolta, questi nuovi 'cafoni', così diversi dai 'cafoni' di ieri, hanno anche difficoltà ad avere pagato quel poco che era stato pattuito. E alle proteste non di rado ci scappa il morto. Una situazione barbarica che flagella come un tumore sociale vaste aree dell'italia, dove sembra essere del tutto assente lo stato di diritto, e dove vale la sola legge dell'esercizio della violenza bruta. Questo romanzo-inchiesta, un vero e proprio viaggio agli inferi, svela le vite, i destini personali e le dinamiche più profonde della faccia più 'nera' del nostro paese.