Alla sistemi integrati – l'agenzia investigativa che carlo monterossi ha fondato per noia, per sfuggire alla tivù spazzatura che l'ha reso ricco, per «infilarsi nelle vite degli altri» – si presenta un ragazzo molto perbene, stefano dessì. Vuole che sia ritrovata una persona scomparsa, «la mia donna», dice. Una piccola questione di cuore, pensano carlo e i suoi soci, il ruvido oscar falcone e l'ex poliziotta cirrielli. Il ragazzo è molto giovane, ha solo ventidue anni, e il suo amore scomparso sfiora i quaranta, è rumena, bellissima, elegante, affermata, enigmatica. E nei guai. Che affari ha in corso ana con un boss in giacca e cravatta, un re della zona grigia che lega denaro sporco e affari ufficialmente puliti? Perché è costretta a nascondersi? E soprattutto che cosa ha, o che cosa sa, ana, da «barattare in cambio della sua vita»? Giorni dopo viene ucciso federico bastiani, «il nuovo fenomeno della finanza», giovane, rampante astro nascente del business, soldi e jet set. Lo trovano «con un buco in testa» in un piccolo appartamento affittato a giornata. Indagano, in modo semi-ufficiale, due poliziotti: ghezzi, che si muove morbido come un gatto, e il ringhiante carella. Scoprono in fretta che dietro la patina di brillante mondanità si nasconde molto altro, ma capiscono anche che la soluzione non è soltanto lì. A ghezzi e carella il delitto sembra «una cosa mezzo e mezzo», forse gli affari, certo, ma anche qualcosa di personale. Le due indagini finiscono per incrociarsi, carlo monterossi, oscar falcone, la cirrielli, ghezzi e carella, formano un unico gruppo, tra battibecchi, divergenze e diverse visioni del mondo, tutti con le vite private perennemente in zona sismica, e tutti sorpresi di trovarsi a riflettere – ognuno a suo modo – su quella che carlo chiama con un ghigno sarcastico «l'annosa questione dell'amore». A ogni romanzo della serie di carlo monterossi, la prosa rapida e precisa di alessandro robecchi (che sembra battere allo stesso ritmo del pensiero di chi lo legge) ci trascina dentro milano, la grande protagonista delle sue storie. A volte amabile, a volte odiosa, «dinamica e turistica», città di grattacieli e periferie decorose con «un prato davanti, il centro commerciale a due passi, che volete di più dalla vita? », di milionari, di «ceto medio che scivola in basso» e di chi «si ammazza di lavoro». È la milano nera dello scerbanenco del nostro tempo.