Gérard horst, questo il suo vero nome, viennese, incontra dorine, giovane attrice inglese, nel 1947 in svizzera dove lui si era rifugiato e dove lei faceva teatro. Da quel momento non si sono più lasciati. Cinquantotto anni dopo ripercorre gli anni della giovinezza e della militanza, dai primi incerti inizi parigini dove gorz inizia la carriera di traduttore, di giornalista, poi di filosofo. E' una confessione senza veli, in cui il gorz ammette di non aver sempre tenuto la moglie nella giusta considerazione, salvo poi riconoscere come l'intera sua opera porta il segno della presenza di dorine, del suo sostegno, del dialogo sempre vivo tra loro. André e dorine gorz hanno attraversato insieme la seconda metà del novecento, vivendo da comprimari le idee, le battaglie, le sfide sociali e personali di quest'ultima metà del secolo. Un racconto che è la storia di una vita, dell'impegno politico e intellettuale, ma anche il ritratto di un'epoca, dalla fine della guerra ai giorni nostri, di incontri con uomini straordinari, da sartre a marcuse. Lettera a d. Si conclude con questa frase: 'vorremmo non sopravvivere l'uno alla morte dell'altro. Ci siamo detti che se, per assurdo, dovessimo vivere una seconda vita, vorremmo trascorrerla insieme'. Gorz ha messo fine ai suoi giorni, insieme a sua moglie dorine afflitta da una grave malattia, il 25 settembre 2007.