Il nuovo romanzo di andrea molesini, premio campiello 2011 con non tutti i bastardi sono di vienna. Un romanzo di grande delicatezza, capace di commuovere e divertire lettori di ogni età, su una pagina dolente della nostra storia. Pietro, un orfano di dieci anni, ci racconta la sua fuga rocambolesca da un convento su un'isola veneziana insieme a un gruppo di singolari compagni, negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale e nell'attesa spasmodica della liberazione. Gli uomini di a-h, di adolf hitler, hanno orecchie dappertutto, mettono le mani ovunque, persino nei conventi. In quello dei frati francescani a burano, frate ernesto, «più furbo di ulisse perché lui capisce la lingua porcospina, ma fa finta di non saperla per ascoltare le parole dei cattivi», riesce a organizzare la fuga di alcuni ospiti compromettenti che nasconde tra le sue mura. Con l'aiuto della notte una compagnia eterogenea lascia in fretta e furia la laguna. C'è pietro, un irresistibile ragazzino orfano di dieci anni, indimenticabile voce narrante. C'è dario, il suo migliore amico, «perché sta zitto e sa i numeri», orfano ed ebreo. Ci sono le sorelle jesi, maurizia e ada, ebree, due buffe e inseparabili signore che cercano di intrattenere i ragazzi con storie strane. Infine c'è suor elvira, coraggiosa e determinata, che «sa un sacco di cose che gli altri non sanno». A elvira è affidata l'altra voce narrante, controcanto adulto ed enigmatico del travolgente pietro. Durante la loro fuga picaresca dai tedeschi i due ragazzini e suor elvira decidono di procedere verso il confine trentino. Ad aiutarli nel difficile cammino un ufficiale tedesco, che a sua volta necessita di scappare e sparire per via di un passato oscuro. Il quartetto si trasforma man mano in una famiglia, in una piccola truppa coraggiosa, dove ognuno lotta per la sopravvivenza dell'altro. La strada per i monti non è semplice, si incontrano fascisti vendicativi, partigiani scoraggiati, tedeschi accecati dal risentimento per la sconfitta imminente, e non ci si può fidare di nessuno. Il destino, la salvezza, la liberazione, richiedono una dimostrazione di grande coraggio, e soprattutto di grande umanità.