Max tivoli nasce nel 1871, a settant'anni. Sa dunque che morirà nel 1941. Chi è, o meglio, cos'è max tivoli? Non c'è nome per chi, come lui, viene 'dall'altro capo della vita'. E che maledizione è diventare giovani col passare degli anni? Scoprire il sesso con il fisico di un cinquantatreenne e l'esperienza di un castissimo diciassettenne? La presunta simmetria della vita e l'ordine stesso delle cose risultano invertiti. E max è destinato a quella cosa stupida e stupenda che è dissipare la vita per amore. Per ben tre volte e in tre modulazioni diverse avrà modo di amare, sempre invano, la donna della sua vita, che non lo riconosce mai, né riconosce in lui la persona da amare. Max tivoli è un 'mostro', che rispecchia quel mostro segreto che è in noi.
«crediamo tutti di conoscere la persona che amiamo. » «avevo sbagliato la volta scorsa a scommettere su questo romanzo dopo averne letto solo un capitolo? Proprio per niente. Ora che l'ho letto tutto, sono quasi spaventato dalla bellezza della storia. 'la storia di un matrimonio' è un romanzo di superba reticenza, che fa del non detto una strategia narrativa emozionante, una fabbrica di colpi di scena» – antonio d'orrico perché, leggendo la storia di un matrimonio, ci sentiamo invadere da un'ansia arcana, da un senso di vertigine e di smarrimento, come davanti a certe atmosfere torve di edgar allan poe? Non solo per il susseguirsi di colpi di scena che ci avvincono a ogni riga sino a condurci all'unico finale davvero imprevedibile. Non solo per l'uomo venuto dal passato, per la lettera che colpisce come un pugno, per i terribili segreti che si dischiudono a uno a uno. Sarà allora per la dolorosa lucidità con cui la narratrice riesce a indagare la distanza che separa ciascuno di noi dagli altri? O perché a ogni pagina ci chiediamo: come fa a sapere tutte queste cose di noi?