Con il consueto stile epigrammatico che l'ha resa un'autrice di culto nel mondo inglese, anne carson riflette sul concetto di «economia poetica», intrecciando le biografie di due uomini «nel mondo e mai del mondo», testimoni della propria epoca e cultori di un'arte senza tempo. «anne carson è un'autrice eccezionale. Una scrittrice sapiente». — harold bloom «una scrittrice fuori da ogni schema. Anne carson ha una imperscrutabile brillantezza. » — the new york times «nei diversi percorsi della sua scrittura, anne carson ha raggiunto livelli di intensità e solidità intellettuale che la collocano tra gli scrittori più importanti della nostra era. » — motivazione, premio principessa delle asturie, 2020le leggi del mondo, rigide e inoppugnabili, ma sempre in equilibrio sulla precarietà della vita. L'oltre, incerto e indescrivibile, che in fondo legittima l'uomo e lo sostanzia. Con la sua lingua preziosa e misurata, anne carson traccia un parallelismo tra le vite di due poeti europei, il greco simonide di ceo, vissuto tra il vi e il v secolo a. C . , e il romeno di origine ebraica paul celan, uno tra gli autori più acclamati del xx secolo. «forse sono poeti quelli che sperperano ciò che i loro padri avrebbero risparmiato», scrive l'autrice. Eppure simonide è stato uno dei primi intellettuali a scrivere versi in cambio di denaro, a piegare le regole del mondo all'imperscrutabilità dell'arte, conciliando il visibile e l'invisibile. E così paul celan, sopravvissuto all'olocausto e cultore della memoria, che trascorre gli ultimi anni della vita in un regime capitalista di reificazione, in cui tutto ha il valore del proprio corrispettivo economico. Ma se è vero che a «dispetto d'ogni altra cosa, questo soltanto, sì, il linguaggio, rimane imperduto», come celan stesso scrive, se è vero che la poesia è l'unica testimonianza del passaggio fugace di un uomo nel mondo, cosa va perduto quando si spreca una parola?