Rievocando uno dei suoi incidenti di volo più gravi saint-exupéry raccontava di come aveva camminato per giorni nel deserto senz'acqua, senza meta, in compagnia solo di miraggi. Fu proprio da quella disavventura che nacque la figura dell'aviatore che, in panne nel deserto, incontra il piccolo principe. Un personaggio bambino e già adulto, «la favola più bella del novecento» come è stata definita. Libro più letto al mondo (se ne sono vendute fino ad oggi più di centotrenta milioni di copie), secondo solo alla bibbia, il piccolo principe sfugge a qualsiasi classificazione, è stato infatti definito un libro inspiegabile, irripetibile, magico, sovrannaturale, unico, leggendario come il suo autore. Favola o racconto filosofico, pieno di riflessioni sulla vita, sull'amicizia, sulla solitudine, sulla morte, ha sempre esercitato un fascino prodigioso, anche per quei disegni dal tratto e dai colori delicati così indissolubilmente legati allo svolgersi del racconto. L'amore per il disegno era nato quando saint-exupéry era allievo caporale e passava il tempo a fare schizzi dei compagni del reggimento d'aviazione; così ne scriveva alla madre: «non so cosa mi ha preso, disegno tutto il giorno; ora ho capito per cosa son fatto». Pilota, disegnatore, scrittore, tutto per passione e non come mestiere. A settant'anni dalla sua prima uscita una nuova traduzione del classico per eccellenza riletto da daria galateria.