Antonio polito parte da un itinerario personale per giungere a una proposta estesa a tutti: avviare un percorso di «perdita» per riconquistare se stessi. «la più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare» dice jep gambardella, protagonista della grande bellezza. Davvero arriva un momento in cui, sostiene polito, «il se stesso di prima deve morire per poter rinascere a nuova vita. Perché la curva della felicità è una u e quando ti sembra di aver toccato il fondo puoi veramente risorgere». In un originale tentativo di rivisitazione di esperienze personali e non, storie vissute o narrate, questioni e idee reinterpretate, antonio polito racconta quella fase dell'esistenza in cui sentiamo di dover «fare pulizia», applicando un sano senso pratico al nostro bagaglio di vissuti e di valori. Un viaggio in cui si susseguono tappe e conquiste, cambi di passo e cadute, attraverso cui l'autore rivela cosa ha superato le maglie della selezione e cosa invece è risultato d'intralcio al suo cammino di crescita come uomo, genitore, cittadino. Polito parte da un itinerario personale per giungere a una proposta estesa a tutti: avviare un percorso di «perdita» per riconquistare se stessi può essere la chiave su cui costruire un nuovo senso di appartenenza, una traccia per rifondare il nostro modo di essere comunità.