Con parole precise e vere, con commozione e furia, fenoglio fa risuonare la piú bella tra le storie d'amore possibili e impossibili. «È difficile trovare, nella letteratura italiana degli ultimi cento anni, un romanzo in cui amore e guerra, giovinezza e morte si intrecciano in modo cosí magico» – nicola lagioianelle langhe, durante la guerra partigiana, milton (quasi una controfigura di fenoglio stesso) è un giovane studente universitario, ex ufficiale che milita nelle formazioni autonome. Eroe solitario, durante un'azione militare rivede la villa dove aveva abitato fulvia, una ragazza che egli aveva amato e che ancora ama. Mentre visita i luoghi del suo amore, rievocandone le vicende, viene a sapere che fulvia si è innamorata di un suo amico, giorgio: tormentato dalla gelosia, milton tenta di rintracciare il rivale, scoprendo che è stato catturato dai fascisti. Con parole precise e vere, con commozione e furia, fenoglio fa risuonare la piú bella tra le storie d'amore possibili e impossibili.
Secondo libro di fenoglio, 'la malora' apparve nel 1954, due anni dopo il fulminante esordio dei 'ventitré giorni della città di alba'. Vi si racconta, con un tono ruvido che nulla concede alla retorica e al sentimento, la vicenda carica di destino del giovane agostino che, morto il padre, va a servizio in un'altra cascina. Fenoglio conosceva bene la realtà umana delle colline di casa. Le vite elementari dei suoi personaggi, scandite dalla fatica e dal silenzio, dalla dignità e da speranze impossibili, sono come scolpite nella pietra di un linguaggio essenziale, e tuttavia profondamente partecipe che ha fatto dello scrittore albese uno dei 'grandi' del novecento.
''i ventitre giorni della città di alba', rievocanti episodi partigiani o l'inquietudine dei giovani nel dopoguerra, sono racconti pieni di fatti, con una evidenza cinematografica, con una penetrazione psicologica tutta oggettiva e rivelano un temperamento di narratore crudo ma senza ostentazione, senza compiacenze di stile, asciutto ed esatto. ' (italo calvino)
L'avvento dell'8 settembre 1943 come data ed episodio fondamentale per molte generazioni di italiani; il momento della scelta di vita da parte di un giovane, necessariamente portato alla ribellione: nella vicenda di johnny, lo stesso protagonista dell'altro romanzo, il partigiano johnny, c'è tutta la realtà fascista in sfacelo; la sua 'formazione' lo conduce non a una maturità felice ma al nulla di un mondo privo di senso. Primavera di bellezza (1959) è il terzo e ultimo libro pubblicato in vita da beppe fenoglio. 'il romanzo venne concepito e steso in lingua inglese. Il testo quale lo conoscono i lettori - dichiarò fenoglio provocatoriamente - è quindi una mera traduzione'.
Il romanzo rappresenta un po' il seguito delle vicende della guerra partigiana già raccontata da fenoglio. Ettore è il tipico disadattato che dalla guerra è uscito scontroso e insofferente e non riesce a inserirsi nella normale routine. Si metterà in affari poco puliti, ma molto redditizi. Ma quando, costretto a mettere su famiglia, decide di ritirarsi e di mettersi in proprio con un lavoro onesto, uno stupido incidente volge l'epilogo in tragedia.
Johnny, la resistenza e le langhe sono i tre protagonisti a pari titolo di questo romanzo, trovato tra le carte di fenoglio dopo la morte. Cronaca della guerra partigiana, epopea antieroica in cui l'autore proietta la propria esperienza in una visione drammatica, il partigiano johnny rivela un significato umano che va ben aldilà di quello storico-politico. Dalla formazione delle prime bande fino all'estate del '44 e alla presa di alba seguiamo l'odissea di johnny e dei suoi compagni fra gli ozi forzati nei casali, le imboscate contro gli automezzi fascisti, le puntate per giustiziare una spia in pianura, le battaglie campali, i rapporti tra le varie formazioni ribelli. Con un saggio di dante isella.