Un classico nel panorama degli studi di storia economica. Questo volume, divenuto ormai un classico nel panorama degli studi di storia economica, illustra come tra il secolo x e il secolo xiii l'europa sia riuscita con le sole sue forze a trasformarsi da area periferica e sottosviluppata a centro motore dell'economia mondiale. Fondendo due diverse anime della storia economica, quella prettamente storica e quella matematica, cipolla mostra come il predominio mondiale acquisito dall'europa nei secoli xviii e xix non sia stato un fenomeno casuale e improvviso, ma l'inevitabile conseguenza degli sviluppi culturali, tecnologici ed economici che si verificarono nel corso del medioevo e del rinascimento.
Un classico nel panorama degli studi di storia economica. Questo volume, divenuto ormai un classico nel panorama degli studi di storia economica, illustra come tra il secolo x e il secolo xiii l'europa sia riuscita con le sole sue forze a trasformarsi da area periferica e sottosviluppata a centro motore dell'economia mondiale. Fondendo due diverse anime della storia economica, quella prettamente storica e quella matematica, cipolla mostra come il predominio mondiale acquisito dall'europa nei secoli xviii e xix non sia stato un fenomeno casuale e improvviso, ma l'inevitabile conseguenza degli sviluppi culturali, tecnologici ed economici che si verificarono nel corso del medioevo e del rinascimento.
Fra la grande peste del 1348 e il settecento, l'italia settentrionale fu all'avanguardia in europa nell'ambito della sanità e l'igiene pubblica. Per far fronte alle tante epidemie, che si ripresentavano con regolarità decimando la popolazione, molte città si dotarono di un ufficio permanente, addetto a monitorare la situazione igienico-sanitaria e ad adottare le necessarie misure di prevenzione. Avvalendosi delle relazioni stese all'inizio del seicento per ordine del magistrato alla sanità dello stato fiorentino, cipolla ricostruisce le condizioni igieniche delle città, i pericoli di diffusione delle malattie e le misure volenterose, ma spesso inadeguate, che medici e amministratori misero in campo contro gli assalti del
Un 'divertissement', un guizzo anarchico dell'intelligenza. È così che si possono definire queste pagine nelle quali cipolla abbandona gli austeri panni dello studioso e, giocando sul filo del paradosso e dell'assurdo, costruisce due brevi saggi: il primo, una ilare parodia della storia economica e sociale del medioevo; il secondo, una sorta di scherzosa teoria generale della stupidità umana.