'viaggio a ixtlan' è il capitolo finale della trilogia dedicata agli insegnamenti di don juan matas, l'indio yaqui che ha svelato a castaneda i misteri della sua antica cultura. Un racconto illuminante, che ci permette di ripercorrere l'ultimo apprendistato dell'autore: il viaggio destinato a portarlo - attraverso lezioni, esercizi corporali e spirituali, prove, visioni - a percepire finalmente l'universo quale è, senza il filtro delle convenzioni. È giunto il momento di accostare, e fare proprio, un concetto fondamentale, che sta alla base del cammino verso una comprensione profonda dell'esistenza: la differenza tra il 'guardare' quotidiano e il 'vedere' del saggio. E, attraverso questo nuovo sguardo, padroneggiare la facoltà di 'fermare il mondo', per interrompere il flusso di immagini nel quale scomponiamo il reale e giungere a un istante di totale lucidità.
Carlos castaneda racconta il suo apprendistato filosofico sotto la guida di un indio yaqui di nome juan matus, sciamano dalla personalità magnetica, e ci accompagna lungo un percorso iniziatico che conduce fino alle regioni inesplorate della nostra interiorità. Attraverso la descrizione delle pratiche rituali in uso presso la stirpe di don juan, castaneda ci insegna ad abbandonare i canoni di pensiero occidentali e a intraprendere un cammino di conoscenza e di ricerca interiori, per arrivare a riconoscere l'esistenza di una vita che trascende i confini della mera percezione sensibile. Ed è percorrendo questo itinerario - una vera e propria rinascita a cui i lettori partecipano passo dopo passo - che si potrà giungere finalmente alla piena consapevolezza di sé e a toccare il nucleo luminoso della propria libertà spirituale. Prefazione di walter goldschmidt.
Carlos castaneda, partito intorno alla metà degli anni sessanta alla volta del messico per una tesi sulle proprietà delle piante psicotrope, si imbatte in don juan, sciamano e profondo conoscitore delle 'piante che danno potere'. Si ferma presso di lui e ne diventa apprendista. Dagli appunti che castaneda stende in quegli anni, nasceranno i libri. Nel paesaggio allucinato delle aride e desolate plaghe di un messico diverso, tra le antiche rovine delle civiltà autoctone più remote, l'apprendista raggiunge il livello più alto dei poteri magici: ottiene 'il dono dell'aquila', la libertà, si scioglie da ogni forma di condizionamento e diviene nagual, energia cosmica pura.
Carlos castaneda, partito intorno alla metà degli anni sessanta alla volta del messico per una tesi sulle proprietà delle piante psicotrope, si imbatte in don juan, sciamano e profondo conoscitore delle