Un'isola nell'isola, aspra e selvaggia. Un carcere con le sue dure regole e le leggi non scritte. Un giovane secondino che svezza i suoi vent'anni nel rapporto con detenuti 'fine pena mai' che tentano di riscattarsi. Un'amicizia pericolosa con un ex capo mafia. Storie dolorose, passioni forti e travolgenti. Uno spaccato di vita che all'esterno non è dato sapere. Una storia che potrebbe essere vera e che inquieta e appassiona, ora intensa e cruda, ora tenera e vibrante.
'malerba', erba cattiva: lo chiamavano così a porto empedocle, dove è nato nel 1965. La sua storia comincia quando, ragazzino, viene spedito in germania a lavorare. La sicilia sembra lontanissima, ma il destino lo richiama. Di passaggio al paese, resta ferito nella strage con cui cosa nostra comincia lo sterminio dei suoi parenti per regolare vecchi conti. E presto scopre che a un suo amico è stato affidato il compito di uccidere anche lui. È il momento di passare al contrattacco, rinunciando a tutto, anche all'amore, per sopravvivere. E la totale sfiducia nello stato lo spinge a fare da solo. Questa è la storia di giuseppe grassonelli, arrestato a 26 anni e da allora rinchiuso in carcere senza speranza di uscirne. È condannato per omicidi commessi tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90. Nelle sentenze i giudici scrivono che 'l'imputato ha ucciso persone che avevano sterminato la sua famiglia', riconoscendogli di aver agito per vendetta. Grassonelli non ha mai negato la propria colpevolezza né accettato di collaborare con la giustizia, per questo la condanna all'ergastolo ostativo non gli consente di beneficiare di alcun permesso. In carcere è entrato semi-analfabeta, oggi è laureato in lettere e filosofia all'università federico ii di napoli, con 110 e lode. Quando ha deciso di raccontare la sua storia, si è affidato al giornalista siciliano che, fin da quand'era un giovane cronista, aveva seguito la sua vicenda.