Con una prosa graffiante e diretta catherine poulain riporta in vita il grande romanzo d'avventura, consegnandoci un'epica storia di ricerca esistenziale e, nello stesso tempo, un magnifico romanzo sulla condizione umana. «È il più bel libro di avventura, viaggio, libertà e solitudine che ho letto quest'anno, la storia di una donna che si imbarca tra i pescatori d'alaska e dell'umanità disperata che scopre, e di cui s'innamora. » - paolo cognetti «la pescatrice in alaska sul battello ebbro fa invidia a hemingway. » - la stampa «avventure, momenti di introspezione e l'amore per un membro dell'equipaggio che crea nuovi squilibri. Ma l'autrice ha raggiunto il suo scopo: 'non volevo più morire di noia e di birra'. » - la repubblica in una notte di febbraio a manosque-les-plateaux, nel sud della francia, lili riempie un piccolo zaino militare e decide che è giunta l'ora di non morire più di infelicità, di noia, di birra. Meglio andarsene in capo al mondo, in alaska, «verso il cristallo e il pericolo», a pescare nel freddo e nel vento, sull'isola di kodiak. Sulla rebel, la barca per la pesca con il palamito in alto mare, che accoglie lili nel suo equipaggio, si imbarca un giorno jude, «il grande marinaio», un veterano della pesca in alaska. Il volto nascosto dentro una criniera ramata, le guance invase dalla barba, la voce roca, jude è un uomo dal fascino magnetico nel cui petto albergano inattese violenze e altrettanto inattese tenerezze. Una pericolosa tentazione per lili. Innamorarsi di lui significherebbe infatti rinunciare alla vita nomade e libera che si è ripromessa di non tradire mai.