C'era una volta un fiume è un romanzo sorprendente e ricchissimo, che unisce folclore e scienza, magia e mito, suspense e immaginazione. «proprio come una storia non inizia con la prima pagina, così un fiume non nasce alla sorgente» in una notte buia nel pieno dell'inverno, in un'antica locanda sul tamigi succede qualcosa di straordinario. Mentre i clienti abituali si raccontano storie per passare insieme le ore più buie, la porta si apre ed entra uno sconosciuto gravemente ferito. Tra le sue braccia c'è il corpo esanime di una bambina. Qualche ora dopo, la piccola si muove, fa un respiro e torna in vita. Si tratta di un miracolo? È successo qualcosa di magico? O la scienza può fornire una spiegazione? Le persone che abitano sulle rive del fiume applicano tutta la loro ingegnosità per risolvere l'enigma, ma col passare dei giorni il mistero non fa che approfondirsi. La piccola è muta e incapace di rispondere alle domande essenziali: chi è? Da dove viene? Il problema è che ben tre famiglie la reclamano come loro. Una giovane madre benestante è certa che si tratti della figlia scomparsa due anni prima. Una famiglia di contadini che ha appena scoperto la relazione segreta di uno dei figli è pronta ad accogliere la nipotina. La domestica del pastore locale, umile e solitaria, vede nella bimba la sorella minore. Ma per quanto siano strazianti le perdite passate, questa bambina non può essere di tutti. Ogni famiglia ha i propri misteri e molti segreti dovranno essere svelati prima che la sua identità possa essere conosciuta. Al centro di questo romanzo è il tamigi: un fiume capace di divorare i vivi e talvolta di restituire i morti. E la scrittura della setterfield si snoda come il corso d'acqua che la anima: un momento tumultuosa, il momento successivo tranquilla, maestosa, quasi lenta, ma sempre trascinante. C'era una volta un fiume è un romanzo sorprendente e ricchissimo, che unisce folclore e scienza, magia e mito, suspense e immaginazione.
Margaret lea è una giovane libraia antiquaria che negli anni trascorsi con il padre tra pagine immortali e volumi sepolti dall'oblio, ha coltivato una quieta passione per le biografie letterarie in cui di tanto in tanto si cimenta. La sua prevedibile esistenza viene sconvolta un giorno da una lettera tanto enigmatica quanto perentoria: 'l'ora è giunta. Venga lunedì con il treno delle quattro e mezzo. Manderò una macchina a prenderla alla stazione di harrogate. Vida winter'. È questo l'invito con cui vida winter, sfuggente e carismatica scrittrice alla fine dei suoi giorni, informa margaret della sua investitura a propria biografa ufficiale. Dopo mille esitazioni - perché proprio lei? Sarà all'altezza delle aspettative di una delle più grandi scrittrici viventi? - la giovane parte alla volta dell'isolata magione dell'anziana autrice. Superate non solo le proprie resistenze ma anche le spigolosità della sua difficile interlocutrice, margaret si accinge finalmente all'opera, rimanendo immediatamente stregata dalle vicende della famiglia angelfield e dalla sorte di un misterioso racconto che vida winter non ha mai voluto pubblicare. La tredicesima storia dipana così davanti agli occhi del lettore non solo il tempestoso trascorrere di esistenze avvolte dal segreto, ma anche la complessa, intensissima amicizia tra due donne di differenti generazioni che, dietro la magica finzione del narrare, troveranno l'una nell'altra verità su se stesse a cui mai sarebbero potute arrivare da sole.
Will bellman ha dieci anni e quattro giorni quando corre con gli amici a giocare nei campi vicino al fiume, dove i corvi scendono in picchiata in cerca di larve. 'scommetto che riesco a colpire quell'uccello' dice euforico, indicando il ramo più alto di una quercia lontanissima. Un'impresa decisamente fuori dalla sua portata. In un silenzio da rito mistico cerca la pietra più adatta, liscia e tondeggiante, carica la sua fionda perfetta, si prepara al lancio con i muscoli tesi e il cervello che calcola la direzione esatta. Will è un tiratore esperto, ha vista buona e mano ferma, si esercita molto. E così la pietra parte in volo, talmente lenta da far sperare che l'uccello nero riesca a volare via. Ma l'uccello non si muove e la pietra completa il suo arco. Il corvo stramazza a terra. Il mattino dopo will si sveglia con la febbre altissima, e per una settimana suda e urla di dolore nel suo letto, tutte le forze di bambino tese in un'unica grande sfida: dimenticare quello che è accaduto al fiume. Molti anni dopo, will bellman è un uomo di successo, dirige il grande opificio di famiglia, ha una bella moglie e figli amatissimi. Improvvisamente, però, una serie di episodi sinistri comincia a distruggere tassello dopo tassello quella vita che ha così magnificamente costruito. Lutti e disgrazie si presentano con sempre maggior frequenza, come le apparizioni dello sconosciuto vestito di nero che sta all'ombra del camposanto.