Trieste, settembre 1943. Su una nave da guerra tedesca in attesa di partire per il fronte, viene portato un uomo in fin di vita. Un violento colpo alla testa ha mandato in frantumi la sua memoria, anche quella linguistica. Non ha con sé documenti quindi risulta difficile la sua identificazione. Da alcuni indizi il medico di bordo, di origine finlandese, crede di riconoscere in lui un compatriota. E per lunghi giorni gli si dedica, rimettendolo in forze e educandolo alla sua lingua madre, come un bambino. Poi lo fa ritornare a helsinki.
L'incontro casuale con il nome di un compagno del liceo nell'elenco del telefono suscita nel narratore l'improvviso ricordo di un amico e di un'età perduta. È la scintilla che risveglia un'incursione nei territori della memoria: il liceo, la colonia penale dell'adolescenza, la passione per la fotografia, la bella che tutto trasfigura e in cui ci si perde, il lavoro nell'orto del nonno, il rifugio dei libri, l'esperienza di una radio libera prima, di un circolo culturale poi. Sullo sfondo, la guerra del vietnam, la contestazione, le prime avvisaglie di quella che diventerà la lotta armata. Marani lavora come traduttore principale e revisore presso il consiglio dei ministri dell'unione europea a bruxelles.
Felix bellamy, direttore dell'ufficio interpreti di un importante organismo internazionale, riceve una segnalazione su un suo dipendente che, durante le simultanee, emette strani versi. L'interprete rivela a felix di essere sulle tracce della lingua perfetta, comune a tutti gli esseri viventi. Poi, misteriosamente, scompare. Anche felix, d'un tratto, inizia ad avvertire disturbi linguistici e capisce che il solo a poterlo salvare è proprio l'interprete scomparso. Si mette allora sulle sue tracce, seguendo le indicazioni del dottor barnung, responsabile della clinica in cui l'interprete era in cura. In un vortice di picaresche avventure attraverso tutta l'europa, felix si trova immerso in una trama di strani delitti.