Tokyo, fine anni novanta. Concluse le scuole, hiro tanaka e i suoi amici un po' sballati si dividono tra università e lavoretti part time, rave party e sessioni di shopping sfrenato a shibuya, fughe oltreoceano e inseguimenti precipitosi. Paranoico e insicuro, innamorato respinto e schiavo delle sue ossessioni, hiro cerca di trovare se stesso all'ombra di un giappone che tutto ingloba e immobilizza, togliendo il futuro da sotto i piedi a lui e a tutta la sua non-generazione.
Tokyo, fine anni novanta. Concluse le scuole, hiro tanaka e i suoi amici un po' sballati si dividono tra università e lavoretti part time, rave party e sessioni di shopping sfrenato a shibuya, fughe oltreoceano e inseguimenti precipitosi. Paranoico e insicuro, innamorato respinto e schiavo delle sue ossessioni, hiro cerca di trovare se stesso all'ombra di un giappone che tutto ingloba e immobilizza, togliendo il futuro da sotto i piedi a lui e a tutta la sua non-generazione. 'dio odia il giappone' è un romanzo per immagini folgorante e comico, radicale e profetico, scritto nel 2000 e ancora inedito in tutto il mondo fuorché in giappone. Il più sensibile narratore della cultura pop contemporanea rende omaggio al paese del sol levante fotografandolo nel momento storico in cui il collasso economico e il fanatismo religioso hanno dato vita a un nuovo, pericoloso culto della morte.
La famiglia drummond detiene un primato. È senza ombra di dubbio la più completa e variopinta collezione di stigmi sociali del ventunesimo secolo. Wade, il primogenito, è sieropositivo e ha infettato la madre, janet, in una circostanza che sarebbe veramente troppo complicato spiegare. Il capofamiglia, da quando ha divorziato, e nonostante sia malato in fase terminale, si aggira con la sua nuova moglie e di tanto in tanto viene posseduto da occasionali quanto violenti impulsi omicidi verso i familiari. Bryan, il fratello minore, è il depresso della famiglia. Dopo diversi tentativi di suicidio ora ha una ragione per vivere: una hippy con la quale ha dato fuoco a un negozio durante una manifestazione no-global.