Eduardo de filippo, nel 1936, così ebbe a definire la tormentata genesi di natale in casa cupiello: ‘questo mio lavoro è stato la fortuna della compagnia, dopo sik-sik, s'intende. Ebbe la sua prima rappresentazione al kursaal di napoli; allora non era che un atto unico, ed è tanto strana la sua storia che vale la pena di raccontarla. L'anno seguente, al sannazaro, teatro della stessa città, scrissi il primo atto, e diventò in due. Immaginate un autore che scrive prima il secondo atto e, a distanza di un anno, il primo. Due anni fa venne alla luce il terzo; parto trigemino con una gravidanza di quattro anni! Quest'ultimo non ebbi mai il coraggio di recitarlo a napoli perchè è pieno di amarezza dolorosa, ed è particolarmente commovente per me, che in realtà conobbi quella famiglia. Non si chiamava cupiello, ma la conobbi'.
Filumena marturano (1946) – forse la commedia italiana del dopoguerra piú conosciuta e rappresentata anche all'estero – ha un ruolo centrale nella produzione di eduardo de filippo, collocandosi tra i primi testi di quella cantata dei giorni dispari che, a partire da napoli milionaria! , raccoglie le opere più complesse e problematiche in cui si riversano i drammi, le ansie e le speranze di un paese e di un popolo sconvolti dalla guerra. Nel dramma di filumena, che rifiuta di rivelare all'amante quale dei tre figli da lei messi al mondo sia il suo, de filippo dichiarava di aver inteso rappresentare un'allegoria dell'italia lacerata e in larga misura depauperata anche moralmente, e prefigurarne la dignità e la volontà di riscatto.