'flaneur' come baudelaire per le vie di parigi, illuminista paradossale e lieve, flaiano passeggia per roma, e la guarda corrompersi stupidamente: luoghi comuni, accademismi, velleità, mode e vezzi di una cultura che, sul finire degli anni sessanta, si parla e sparla addosso sono l'oggetto e il bersaglio di questo libro postumo. Miscellanea di racconti, aneddoti, ricordi, graffianti definizioni e struggenti o disilluse passioni.
Nessun libro come il 'diario notturno' (1956) riesce a contenere in sé finemente distillata nella sostanza e nella forma - l'intera opera di ennio flaiano. Vi ritroviamo infatti tutti i costituenti primari del suo modo di essere, psicologico e letterario: il pessimismo lucido e dolente; la coscienza del nulla vissuta attraverso la quotidiana consunzione dei volti, dei luoghi, dei ricordi; la percettività del moralista di scuola francese, perso in un paese che si preoccupa di tutt'altro. E vi ritroviamo tutte le forme che flaiano prediligeva: il racconto ingegnoso e fulminante, l'apologo ora amaro ora grottesco, il taccuino di viaggio che intaglia immagini icastiche, il dialogo corrosivo e sarcastico, l'aforisma che non si lascia dimenticare.
Disteso lungo l'arco di un ventennio (dal 1950 ai primi anni settanta) e costruito avendo negli occhi i luoghi e i volti di tanti viaggi, il 'diario' brulica di pensieri che sperimentano tutte le forme possibili del rapporto tra la mente e la realtà. Vi troviamo velenosi 'calembour' concentrati come saggi, aforismi e massime perforanti e definitivi, microritratti di taglio, apologhi surreali e corrosivi, sequenze in zapping, tra incanto e sarcasmo. L'irrefrenabile tendenza all'autodistruzione della specie umana pervade 'diario degli errori' come un malinconico leitmotiv: ma la crudele esattezza della tassonomia è in flaiano venata dalla 'pietas' del moralista disilluso.
Vincitore premio strega 1947in un'africa surreale e priva di ogni esotismo un tenente dell'esercito italiano vaga alla ricerca di un medico, guidato dal mal di denti. Si allontana dal campo, rimane solo, si perde. Hanno inizio così, per caso, le sue disavventure. Prima si convince di aver contratto la lebbra, poi fugge, certo di essere ricercato per tentato omicidio, infine si trasforma in ladro e maldestro attentatore, fino ad approdare alla capanna di johannes, un luogo misterioso e arcano dove può iniziare a guarire. Nato da una conversazione con leo longanesi e vincitore del premio strega nel 1947,