Opera enigmatica e sconcertante, questa tragedia costituiva una trilogia con 'prometeo portatore del fuoco' e 'prometeo liberato', entrambe perdute. Nella scena iniziale prometeo, protagonista indiscusso del dramma, viene incatenato a una cima montuosa della scizia per aver rubato il fuoco dall'olimpo e averlo donato agli uomini. Ribelle alla tirannide divina, prometeo conosce tuttavia la segreta profezia sul futuro del regno di zeus, che in cambio del suo terribile segreto gli promette la libertà. Ma il titano si rifiuta: 'anche zeus - dice il coro - dovrà cedere al destino'. Il re degli dèi allora, furente per lo sprezzante atteggiamento di prometeo, decide di punire questa intollerabile sfida alla sua autorità facendolo sprofondare nell'abisso.
Unica trilogia tragica a esserci pervenuta per intero, l'orestea mette in scena la maledizione che pesa sulla famiglia degli atridi: l'assassinio di agamennone da parte della moglie clitemestra, la vendetta del loro figlio oreste, che uccide la madre, la persecuzione del matricida a opera delle erinni e la sua assoluzione finale. Il motivo tragico della passione e della paura che permea la sequenza di delitti si innesta in un discorso etico di radicale ripensamento dei concetti di giustizia, di coscienza personale e di stato. Con un ampio saggio introduttivo, vincenzo di benedetto offre un'originale rimeditazione della tragedia eschilea e dell'essenza stessa del tragico.