Mika ha dodici anni quando il cappotto viene cucito. Nathan il sarto lo confeziona per suo nonno nella prima settimana di marzo del 1938. L'ultimo anno di libertà per varsavia, l'ultimo anno di libertà per mika e la sua famiglia. E quando il nonno muore, rimane per mika l'unica eredità in grado di proteggerlo dal gelo e dalla paura. All'apparenza si tratta di un cappotto qualunque, non fosse per le sue tasche che nascondono altre tasche, pertugi e vicoli ciechi. Una ragnatela di luoghi invisibili in cui far sparire i segreti più preziosi, a partire da un intero teatro di burattini di cartapesta dai colori vivaci. Quale migliore sorpresa per distrarre il cugino malato e i vicini, stipati in una stanza mal ridotta, di uno spettacolo di burattini? In poco tempo tutto il ghetto parla del piccolo burattinaio che gira di casa in casa strappando sorrisi anche ai più infelici. La notizia giunge fino ai soldati tedeschi. Fino a max, un ufficiale che rimane talmente affascinato dal piccolo inventafavole da trascinarlo in un patto terrificante: ogni sera mika potrà uscire dal ghetto senza incontrare ostacoli, a patto però di recarsi di filato alla caserma delle ss e allestire per loro il teatro di burattini. Se saprà incantarli con le sue storie potrà ritornare ogni notte dalla sua famiglia, altrimenti. Un libro che racconta il cuore fragile della tragedia, la perdita dell'innocenza di un bambino e la sua inesauribile capacità di sognare di nuovo.