''il banchiere anarchico' è il resoconto di un semplice colloquio tra due uomini al tavolo di un ristorante, a fine pranzo. Un dialogo platonico, genere ricorrente nei manoscritti di pessoa, ma che è ben diverso dalle imitationes rinascimentali, come, per esempio, per rimanere in area portoghese, i 'dialogos em roma' di francisco de holanda o i più tardi quattro 'apologos dialogais' di francisco manuel de melo. In pessoa il dialogo non ha mai interlocutori reali. E nel nostro caso il banchiere, personaggio descritto come ricchissimo e monopolista, racconta come e perché sia sempre stato e ancora sia anarchico; mentre lo stupefatto e poco meno che muto spettatore è incapace di ergersi a convincente interlocutore. ' (ugo serani)
Pessoa compose questo breve dramma in una sola notte dell'ottobre 1913. In una stanza fiocamente illuminata, tre fanciulle vestite di bianco vegliano una loro coetanea. Prive di una identità e di una memoria, sono destinate a vivere una sola notte. Per potersi credere reali, sono costrette a parlare, a raccontarsi a vicenda i loro sogni, a inventarsi una vita possibile. Scrive tabucchi: 'forse la magia del marinaio dipende in gran parte dallo strano e straordinario uso dei modi verbali che pessoa, approfittando di tutte le potenzialità che la lingua portoghese gli offriva, ha impiegato nel suo dramma statico. Sullo smalto quasi klimtiano di questo linguaggio si è posata inevitabilmente una pellicola. La pellicola della traduzione'.
'il libro di soares è certamente un romanzo. O meglio, è un romanzo doppio, perché pessoa ha inventato un personaggio di nome bernardo soares e gli ha delegato il compito di scrivere un diario. Soares è cioè un personaggio di finzione che adopera la sottile finzione letteraria dell'autobiografia. In questa autobiografia senza fatti di un personaggio inesistente consiste l'unica grande opera narrativa che pessoa ci abbia lasciato: il suo romanzo'. (antonio tabucchi)
È davvero il diavolo il personaggio che la protagonista incontra di ritorno da un ballo mascherato e che, in un dialogo teso e sconcertante, si presenta non con l'immagine tradizionale del maligno, ma come il signore dell'immaginazione, della notte, del sogno? E se non è il diavolo, come mai il figlio che la donna porta in grembo, una volta cresciuto, avrà come sogno ricorrente la stessa visione mostrata alla madre dal misterioso personaggio?