Sull'impresa di alessandro magno, il giovane re della macedonia che, partito dalla grecia nel 334 a. C . , conquistò in dieci anni lo sconfinato impero persiano arrivando fino in india per poi morire a 33 anni a babilonia, furono scritte subito numerose opere, a metà tra il racconto storico e il romanzo d'avventura. Tra le poche giunte fino a noi, l'anabasi di alessandro, scritta cinque secoli dopo la morte del suo protagonista e ancora oggi alla base della moderna storiografia sul macedone. Il fascino di questo libro è dovuto non tanto al racconto delle battaglie, degli espedienti, della vita d'accampamento, quanto al senso di apertura a mondi diversi e sconosciuti, alla meraviglia di fronte all'immensità della terra e alla varietà dei suoi abitanti, alle esperienze e agli incontri con le genti più diverse vissuti senza pregiudizi etnici, al racconto del grande progetto – rimasto incompiuto per la prematura morte del conquistatore – di fusione tra i popoli, che avrebbe unito tutto il mondo conosciuto in un'unica patria.