Con una scrittura ironica e trascinante, flavio santi, uno dei più importanti poeti italiani contemporanei, debutta nel noir e dà vita a un irresistibile ispettore di polizia arruffato e sornione. Che cosa ci fa un morto ammazzato nella sonnacchiosa montefosca, sperduto paesino alle pendici delle alpi friulane? Drago furlan, l'ispettore incaricato del caso, ha una bella gatta da pelare: ormai abituato a prendersi cura del suo orto e a verbalizzare multe per divieto di sosta, non indaga su un omicidio da quasi vent'anni. E quello di montefosca, in più, è un omicidio davvero strano: la vittima, uccisa con un colpo di pistola in mezzo alla fronte, è un anziano di cui nessuno sembra conoscere l'identità. Drago, fisico alla ernest hemingway e metodi da ispettore contadino, è costretto a indossare di nuovo i panni del detective: ma è un po' arrugginito, e i montanari ('montanari… lupi mannari', come gli ricorda sempre sua madre, la vulcanica signora vendramina, perfetto prototipo della mame furlane), con la loro aspra riservatezza, non gli rendono certo il compito facile. Tra soste in osteria annaffiate da tajut di ottimo vino, partite dell'amata udinese e gite in moto guzzi con l'eterna fidanzata perla, l'ispettore scopre che quei luoghi che tanto ama, al confine tra italia e slovenia, custodiscono segreti inconfessabili. La primavera che scioglie le nevi comincia a far riaffiorare anche i fantasmi di un passato lontano. Con una scrittura ironica e trascinante, flavio santi, uno dei più importanti poeti italiani contemporanei, debutta nel noir e dà vita a un irresistibile ispettore di polizia arruffato e sornione, regalandoci il ritratto autentico di un mondo di provincia, quello friulano, in bilico tra modernità e tradizione, con tutti i suoi affascinanti chiaroscuri.