Toscana, fine del xix secolo. Tre giovani anarchici insofferenti alle leggi e alle costrizioni famigliari lasciano l'italia illudendosi di poter raggiungere selvagge terre lontane dove divampa la febbre dell'oro. Sognano libertà e fortuna. Non sarà facile. Iniziata la fuga, i tre cancellano i loro nomi di battesimo e scelgono di chiamarsi come i venti più impetuosi: libeccio, grecale e maestrale. Insieme affronteranno un mondo sconosciuto, dovranno superare ostacoli imprevisti, vivranno situazioni emozionanti ma anche drammatiche. Dei tre, libeccio sarà il solo a non lasciarsi mai abbattere, deludere, vincere. Non lo fermerà nemmeno la dolcezza d'una donna straordinaria, che gli donerà felicità e sicurezza ma non riuscirà a soffocare il suo desiderio di libertà. Con i due compagni, libeccio proseguirà senza voltarsi indietro il cammino verso la loro meta lontana. Sino a giungervi, infine: per vivere le stagioni terribili del grande nord ma anche il lungo momento della felicità sognata. Cinquant'anni dopo la partenza dall'italia e l'abbandono della famiglia, libeccio torna alla sua casa, in un piccolo paese non lontano da lucca. Non narrerà mai nulla della sua odissea; ma poco a poco mille diversi indizi ne riveleranno momenti ed episodi.
Una valle prealpina, aprile 1945: guido, quindicenne, e sua madre sono rifugiati a villa alta, sotto l'imponente maniero della dogana del vento. Lì, al rugginoso cancello di villa alta, si presenta pjotr, di poco più vecchio di lui. È un cosacco. Tra le tante vicende drammatiche che si incrociarono negli anni del secondo conflitto mondiale, poco nota ancora oggi è quella dei circa ventimila cosacchi che, fieramente antibolscevichi, combatterono volontari accanto ai tedeschi e agli italiani. All'approssimarsi della fine del conflitto, i cosacchi cercarono un accordo con i vincitori ma furono rimpatriati e, condannati per tradimento, finirono davanti ai plotoni d'esecuzione o nei gulag siberiani. Con la fine delle ostilità guido perde le tracce di pjotr, ed è tormentato dal sospetto che, insieme ai suoi, abbia fatto una fine crudele. Passano gli anni, quando d'improvviso una strana coincidenza riaccende in guido il desiderio di conoscere la vera sorte dell'amico perduto: di una giovane promessa del calcio italiano i giornali scrivono che è figlio di un cosacco fuggiasco. Guido si mette sulle tracce di erminia, la donna che anni prima ha amato un cosacco al punto da concepire un figlio con lui. Il rapporto che stabilisce con lei è alimentato dal legame di entrambi con quel cosacco di cui si sono perse le tracce. E proprio facendo i conti con il passato guido ed erminia potranno aprirsi a un futuro carico di sorprese.