Non avrei dovuto mai dimenticare come ci si sente lì dentro, senza amore, come ci si sente lì fuori, senza amore, come ci si sente qui sotto, sottopelle, senza amore. Sara a diciotto anni esce dall'istituto in cui era stata lasciata appena nata e scopre il mondo per la prima volta. Scopre il mondo oltre quella stanza nella quale aveva vissuto senza amore, senza colori, senza profumi, senza abbracci. Non smetterà però di portarsela dentro quella stanza, perché quando non conosci tua madre e tuo padre, un po' in quella stanza ci vivi per sempre. Anche quando scegli di aprire un negozio di fiori per colorarti la vita, anche quando arriva james, il ragazzo del negozio di tatuaggi accanto al suo. Quando i suoi passi incontrano il vuoto, sara smetterà di sapere chi è e scaverà nelle pagine della sua vita per riscoprirsi diversa, vulnerabile. Guarderà dentro le cose che ha perso, per cercare di ricominciare. Ma si può ricominciare dal vuoto?
La perdita di una persona cara, che sia la morte di un familiare o di un amico, oppure la fine di un amore lascia sempre una frattura nella persona che la esperisce, una frattura tra la vita di prima e quella improvvisa e inaspettata che resta dopo l'evento. Distanze racconta di questa frattura ponendo l'accento sul senso di solitudine che prova la persona in stato di perdita, e sul bisogno di condividere, di ripetere la propria storia finché non acquisisce un ritmo nuovo, più accettabile e condiviso da altre persone vicine. Francesco cristofaro rende palpabile la sofferenza e il blocco emotivo di alessio, che fatica ad aprirsi con carlo e rivelare il suo tormento per l'incidente dell'amico giovanni. E così vengono presentati uno dietro l'altro i personaggi, marco, angela, raffaella, alice, aurora, ognuno con una personale storia di perdita alle spalle, ognuno bisognoso di condividere e sentire l'affetto di persone vicine, come avverrà nella conferenza che chiude il racconto e insegna a non isolarsi mai nel dolore.