Un antico manoscritto viene ritrovato nel caveau della banca d'inghilterra. Si tratta delle memorie di francesco claudio maria bonetti, avventuriero siciliano tra realtà e leggenda vissuto a cavallo tra settecento e ottocento. Personaggio dalle mille identità, scaltro e dotato di una parlantina che stordisce, dopo aver navigato come pirata su due oceani conquista il trono del madagascar, al termine di una incredibile, eppure storica, catena d'eventi. Dalla sicilia a gibilterra, dal capo di buona speranza alla corte di tananarive, le sue gesta rocambolesche lo portano ad accumulare una fortuna che, si dice, ammonterebbe a 75 milioni di sterline. Una favolosa eredità che i discendenti del 're bianco', oggi sparsi in tutto il mondo, aspettano ancora di riscuotere.
Narrando della sfida che oppose roma a cartagine, la storia tende a trascurare il ruolo di una terza città, prospera almeno quanto l'urbe, forse persino superiore per retaggio e cultura. Si tratta di siracusa, perla della magna grecia, faro di civiltà e potenza militare che si ritrovò - purtroppo per lei - alleata di annibale nel momento sbagliato. Una scelta che roma non perdonò. Soverchiata in uomini e armamenti, siracusa resistette all'assedio delle legioni e della flotta romana per due anni, dal 214 al 212 a. C . , soprattutto grazie alle rutilanti invenzioni di archimede, uno dei più geniali scienziati di ogni tempo. Un'epopea narrata in questo romanzo.