Gli orologi del diavolo, scritto con il giornalista federico ruffo, che per primo ha raccontato la storia di gianni in una sua inchiesta a presadiretta, è l'odissea di un uomo usato come esca e poi abbandonato dallo stato. Ma soprattutto è una vicenda incredibile, tesa ed emozionante come un thriller ma vera dalla prima all'ultima pagina. Gennaio 2005. Gianfranco franciosi, per tutti gianni, ha venticinque anni e un talento innato come meccanico navale. A bocca di magra lo conoscono tutti, le sue giornate trascorrono tra casa, cantiere e il ristorante di famiglia dove passa per litigare con il padre. Un giorno riceve una strana visita: due clienti offrono un anticipo da cinquantamila euro in contanti per un gommone velocissimo, con doppio fondo ed equipaggiato con radar e gps. Gianni si insospettisce, va alla polizia e accetta di aiutare gli investigatori a capirci di più. Sembra una cosa destinata a risolversi in fretta, invece gianni scivola in un gioco più grande di lui e, con il passare dei mesi, diventa un agente infiltrato a tutti gli effetti. Inizia così la sua seconda vita: quattro anni di viaggi in sudamerica per trasportare enormi quantità di cocaina, quattro anni di festini con i narcos e di riunioni di emergenza con la polizia, quattro anni di paura. Diventa fratello acquisito del boss spagnolo aurelio e guadagna una collezione di rolex ('uno per ogni affare che faremo insieme') ma al tempo stesso perde tutto: l'amore della sua donna, la famiglia, il lavoro. Persino la libertà, quando finisce in carcere vicino a marsiglia e ci resta quasi un anno perché bruciare la copertura vorrebbe dire condannarsi a morte. Quando finalmente la polizia conclude il più grande sequestro di droga mai avvenuto in europa, gianni è pronto a riprendersi la sua vita, ma aurelio sfugge all'arresto e vuole vendetta. È l'inizio di un incubo che continua ancora oggi: gianni deve rinunciare alla sua identità e sparire nel nulla.