Idealisti usciti sconfitti da una rivoluzione fallita, romantici perduti dietro un amore impossibile, balordi in fuga dalla giustizia, affamati in cerca di un lavoro e di uno stipendio: la legione straniera è tutto questo, un miscuglio di uomini diversi per motivazioni e provenienze, ma tutti ugualmente irrequieti, malinconici, feroci. Impiegati nelle «guerre sporche» dell'impero coloniale francese, i legionari hanno scritto pagine drammatiche di storia militare. Dietro le rappresaglie brutali ci sono però storie insospettabili di uomini sconfitti alla ricerca di riscatto. Gianni oliva ne ricostruisce le vicende come in un grande romanzo epico. Il legionario dannato, infelice e generoso, ritrova in questo saggio i contorni storici entro i quali è maturata un'esperienza militare unica nel suo genere.
Da conti di moriana a duchi di savoia, da re di sardegna a sovrani d'italia: lungo un itinerario che si estende dal medioevo all'ultimo conflitto mondiale, gianni oliva ripercorre, dipanando una trama ricca di eventi pubblici e intrighi privati, i novecento anni della dinastia dei savoia.
Dopo la fine della guerra, tra il maggio e il giugno 1945, migliaia di italiani della venezia giulia, dell'istria e della dalmazia vengono uccisi dall'esercito jugoslavo del maresciallo tito, molti di loro sono gettati nelle 'foibe', che si trasformano in grandi fosse comuni, molti altri deportati nei campi della slovenia e della croazia, dove muoiono di stenti e di malattie. Le stragi si inquadrano in una strategia politica mirata a colpire tutti coloro che si oppongono all'annessione delle terre contese alla nuova jugoslavia: cadono collaborazionisti e militi della repubblica di salò, ma anche membri dei comitati di liberazione nazionale, partigiani combattenti, comunisti contrari alle cessioni territoriali e cittadini comuni.