Il mulino di amleto è uno di quei rari libri che mutano una volta per tutte il nostro sguardo su qualcosa: in questo caso sul mito e sull'intera compagine di ciò che si usa chiamare 'il pensiero arcaico'. Cresciuti nella convinzione che la civiltà abbia progredito 'dal mythos al logos', ci troviamo qui di fronte a uno sconcertante spostamento di prospettiva: anche il mito è una 'scienza esatta', dietro la quale di stende l'ombra maestosa di ananke, la necessità. Anche il mito 'opera misure', con la precisione spietata: non già le misure di uno spazio indefinito e omogeneo, bensì quelle di un tempo ciclico e qualitativo, segnato da scansioni scritte nel cielo, fatali perché sono il fato stesso.