Quasi 600 morti e 5000 feriti. E in più il calvario dei loro familiari. È il costo umano di una guerra dichiarata non solo contro lo stato. Questo libro dà voce a chi non l'ha mai avuta. Anzi, a coloro cui è stata, in mille modi, negata. Solo i carnefici sono stati chiamati a testimoniare su quei terribili anni. L'italia, allora, rischia di essere l'unico paese al mondo dove paradossalmente la storia la si lascia scrivere dagli sconfitti, dagli ex terroristi. Avvicinando le vittime (scampati o sopravvissuti a stragi e ad attentati) e i loro familiari, mostrando loro interesse e facendoli parlare, si ascoltano racconti di delusioni, di solitudine e di disinteresse da parte delle istituzioni.
È l'alba del 24 gennaio del 1979. Le brigate rosse uccidono il sindacalista guido rossa, che aveva provato a rompere il clima di omertà che regnava nelle fabbriche intorno ai terroristi. Quasi trent'anni dopo la figlia prova a capire che cosa quel giorno è veramente successo e lo racconta in questo libro. Chi era suo padre? Nessuno aveva mai chiarito il segreto di quell'omicidio: compagni di partito, operai, magistrati, carabinieri. Ed ex brigatisti: anche coloro che parteciparono all'azione armata.
È l'alba del 24 gennaio del 1979. Le brigate rosse uccidono il sindacalista guido rossa, che aveva provato a rompere il clima di omertà che regnava nelle fabbriche intorno ai terroristi. Quasi trent'anni dopo la figlia prova a capire che cosa quel giorno è veramente successo e lo racconta in questo libro. Chi era suo padre? Nessuno aveva mai chiarito il segreto di quell'omicidio: compagni di partito, operai, magistrati, carabinieri. Ed ex brigatisti: anche coloro che parteciparono all'azione armata.
Un contributo fondamentale per comprendere le cause che stanno alla radice di molti episodi terroristici e individuare chi aveva interesse a destabilizzare la nostra democrazia. «l'influenza di moro e berlinguer sulla politica estera italiana è forte e potrebbe avere serie ripercussioni. Il governo italiano va mantenuto sulla giusta via». - rapporto dell'ambasciatore britannico a roma alan hugh campbell, 1977 il destino di aldo moro non fu deciso nel 1978 da un manipolo di brigatisti. Fu segnato già nel 1945, allorché a jalta si decretò che il regno unito avrebbe esercitato un controllo politico costante ma 'discreto' sull'italia. Quando tre decenni dopo la politica estera morotea, soprattutto quella mediterranea, e il disgelo nella politica interna tra dc e pci misero in discussione tale sudditanza, fu chiaro che l'italia andava fermata. Il leader della dc era la vittima sacrificale perfetta. Attraverso una ricerca meticolosa su documenti desecretati a londra e a washington, fasanella fornisce una ricostruzione completa del contesto internazionale e delle complicità interne in cui maturò il delitto moro. Un contributo fondamentale per comprendere le cause che stanno alla radice di molti episodi terroristici e individuare chi aveva interesse a destabilizzare la nostra democrazia.
Facendo tesoro delle inchieste giudiziarie e con la testimonianza diretta di alberto franceschini, fondatore delle br, si può chiarire la storia e individuare la rete del terrorismo rosso, a partire dagli inizi, dai legami con la resistenza, il pci, e i personaggi di spicco legati al mondo cattolico. Per poi capire che cos'è e cosa è stata la rete clandestina parallela, accertata in documenti e testimonianze. Questo libro ha il merito di riavviare la macchina della verità e i meccanismi della memoria per cercare di comprendere quanto e perché è successo. Senza dietrologie, rimanendo ai fatti e alle parole. Perché il passato ritorna, se vogliamo decifrarlo.
Le verità che mancavano sul più importante delitto politico del dopoguerra 'dobbiamo scoraggiare le iniziative indipendenti del governo italiano nel mediterraneo e in medio oriente. ' - nota interna del foreign office, 1970 'le ingerenze sono, sempre e comunque, di parte. Tuttavia, nel caso dell'italia, dobbiamo fare qualcosa di concreto e non limitarci a discutere. ' - reginald hibbert, sottosegretario del foreign office con delega alle questioni europee, 1976 'l'influenza di moro e berlinguer sulla politica estera italiana è forte e potrebbe avere serie ripercussioni. Il governo italiano va mantenuto sulla giusta via. ' - rapporto dell'ambasciatore britannico a roma alan hugh campbell, 1977 la vicenda moro costituisce un caso internazionale per eccellenza. Ancora da raccontare nei suoi risvolti più oscuri. Tra gli anni sessanta e settanta la politica estera morotea, soprattutto quella mediterranea, e il disgelo nella politica interna tra dc e pci rappresentarono un pericolo gravissimo per gli equilibri mondiali. L'italia andava fermata. A tutti i costi. Sulla base di documenti desecretati a londra e a washington (e delle recenti acquisizioni dell'ultima commissione d'inchiesta parlamentare sul caso moro), giovanni fasanella dimostra che una parte delle amministrazioni usa, con gli inglesi e la complicità a vari livelli e in fasi successive di francia, germania e unione sovietica insieme con cecoslovacchia e bulgaria, avevano interessi convergenti a fermare moro. Come confermano anche le testimonianze di ambasciatori e politici dell'epoca riportate in questo libro. L'autore riesce a saldare in un racconto avvincente testimonianze e documenti inediti, offrendoci per la prima volta la ricostruzione completa del contesto internazionale e delle complicità interne in cui maturò il delitto moro. Solo così possiamo capire davvero le cause che stanno alla radice di molti episodi terroristici e individuare chi aveva interesse a destabilizzare la nostra democrazia.
Le verità che mancavano sul più importante delitto politico del dopoguerra 'dobbiamo scoraggiare le iniziative indipendenti del governo italiano nel mediterraneo e in medio oriente. ' - nota interna del foreign office, 1970 'le ingerenze sono, sempre e comunque, di parte. Tuttavia, nel caso dell'italia, dobbiamo fare qualcosa di concreto e non limitarci a discutere. ' - reginald hibbert, sottosegretario del foreign office con delega alle questioni europee, 1976 'l'influenza di moro e berlinguer sulla politica estera italiana è forte e potrebbe avere serie ripercussioni. Il governo italiano va mantenuto sulla giusta via. ' - rapporto dell'ambasciatore britannico a roma alan hugh campbell, 1977 la vicenda moro costituisce un caso internazionale per eccellenza. Ancora da raccontare nei suoi risvolti più oscuri. Tra gli anni sessanta e settanta la politica estera morotea, soprattutto quella mediterranea, e il disgelo nella politica interna tra dc e pci rappresentarono un pericolo gravissimo per gli equilibri mondiali. L'italia andava fermata. A tutti i costi. Sulla base di documenti desecretati a londra e a washington (e delle recenti acquisizioni dell'ultima commissione d'inchiesta parlamentare sul caso moro), giovanni fasanella dimostra che una parte delle amministrazioni usa, con gli inglesi e la complicità a vari livelli e in fasi successive di francia, germania e unione sovietica insieme con cecoslovacchia e bulgaria, avevano interessi convergenti a fermare moro. Come confermano anche le testimonianze di ambasciatori e politici dell'epoca riportate in questo libro. L'autore riesce a saldare in un racconto avvincente testimonianze e documenti inediti, offrendoci per la prima volta la ricostruzione completa del contesto internazionale e delle complicità interne in cui maturò il delitto moro. Solo così possiamo capire davvero le cause che stanno alla radice di molti episodi terroristici e individuare chi aveva interesse a destabilizzare la nostra democrazia.
L'italia non è cambiata. È diventata quello che oggi è perché è nata così ed è stata raccontata in un certo modo. La retorica risorgimentale, piena di nobili intenti, eroi senza macchia, politici geniali e lungimiranti, è stata il tappeto sotto cui abbiamo nascosto la polvere della nostra storia per centocinquant'anni. E così, se oggi si vuole capire questo paese 'malato', affetto da vizi endemici che paiono inestirpabili, forse sarebbe bene ripercorrere i primi giorni della sua vita. E ciò che fa questo libro, andando a riannodare un filo rosso fatto di intrighi, malavita e malaffare che ha il suo capo proprio nel modo in cui l'unità fu prima realizzata e poi gestita. Il trasformismo in politica, la corruzione, la tendenza a scendere a patti con i poteri forti, a utilizzare agenti segreti per scopi non istituzionali, a servirsi della criminalità, a sfruttare per ragioni di stato l'opera di terroristi e rivoluzionari: tutto questo, nei libri di scuola su cui intere generazioni si sono formate, semplicemente non c'è. Anche la storiografia successiva ha peccato di reticenza, e di tale processo di rimozione oggi è irrimediabilmente colpevole. Giovanni fasanella e antonella grippo, dopo aver illuminato nei loro lavori precedenti le zone d'ombra del nostro dopoguerra, con quest'opera sono ripartiti dall'inizio e hanno raccontato ciò che per troppo tempo è stato indicibile.
L'indicibile della storia italiana. La domanda di fondo è: perché l'italia dal 1969 è stata funestata dal terrorismo e dalla violenza politica con centinaia di morti e migliaia di feriti? Perché solo nel nostro paese? Tutte le inchieste giudiziarie hanno dato finora molta importanza al ruolo dei servizi segreti deviati, della p2, della cia. Risultato: nessuna verità giudiziaria, nessuna verità storica. Rosario priore, il magistrato che si è occupato di eversione nera e rossa, di autonomia operaia, del caso moro, di ustica, dell'attentato a giovanni paolo ii, qui prova a rispondere cambiando completamente scenario. E strumenti di analisi. Grazie ad anni di ricerche, testimonianze, prove, carte private, incontri con ex terroristi, agenti segreti e uomini politici anche stranieri, priore ricostruisce uno scenario internazionale inedito per spiegare il terrorismo e la strategia della tensione in italia, testimoniando la verità che finora nessuno ha potuto certificare attraverso le sentenze. Colpita la manovalanza (e non sempre), la giustizia si è infatti dovuta fermare senza arrivare a scoprire il livello più alto dei responsabili. Siamo stati in guerra, senza saperlo. L'egemonia del mediterraneo, il controllo delle fonti energetiche ci hanno messo in rotta di collisione con l'asse franco-inglese che non ha mai sopportato il nostro rapporto privilegiato con la libia. Ecco chi era il terzo giocatore dopo urss e stati uniti.
Ogni tanto, sull'onda di un episodio dì violenza, si torna a parlarne. La destra della destra, che non ha mai tagliato i legami con il passato nazifascista, è in continua espansione. Mentre l'ala istituzionale s'incamminava verso posizioni liberal-democratiche, una frangia multiforme ha proseguito senza deviare. E se negli stadi le teste rasate continuano a punteggiare le tifoserie, per le strade delle nostre città gli skinheads ostentano croci celtiche, svastiche e macabri simboli fin troppo eloquenti. Respingono il diverso. Minacciano. Picchiano. Talvolta uccidono. Una massa sommersa che lavora sul campo, insidia i capisaldi storici della sinistra, ne infiltra gli spazi vitali. E si organizza militarmente per combattere una nuova guerra civile, etnica e razziale. In tutto il mondo. 'l'orda nera' racconta le nuove sigle, i luoghi, gli idoli, i riti, la storia e i miti di un movimento complesso, che conosce il web e cavalca il rock, che professa il rifiuto della globalizzazione, del cosmopolitismo, della contaminazione. In nome di una identità da affermare sopra tutto, da difendere a ogni costo. Per cui morire.