Libro incluso tra i dodici candidati al premio strega 2021«un meccanismo a orologeria dove verità e menzogna si confondono» - la lettura«questa mattina alle otto ho visto la mia anima. Ero nel bagno della casa di bianca e mi stavo lavando i denti. Mentre sputavo l'acqua ho avuta la sensazione che ci fosse qualcuno dietro di me. Ho alzato gli occhi e mi è sembrato di vedere nello specchio un movimento grigioargento, lucente, che si ritirava dietro le mie spalle. Mi sono voltato di scatto, e non ho visto nessuno. »mario è un uomo che inventa storie, modifica la realtà, non è interessato alla verità, né sulle cose né sulle persone. Mario sfugge, per indolenza, all'obbligo di capire che tutti ci lega e tutti ci frustra. Vuole sposare viola ignorandone la doppia, forse tripla vita. Anni prima è stato lasciato da bianca, subito prima che nascesse agnese, che forse è sua figlia o forse no. Tuttavia, se bianca, spuntando dal nulla dopo anni, chiede aiuto, mario subito accorre, disponibile ad accollarsi la paternità. È succube di santiago, un ragazzo dedito a pratiche sessuali estreme, e affida alle fotografie la coerenza e consistenza della propria vita. Se dei giorni della vita di mario possiamo dire – quasi sempre è il 17 giugno –, degli spazi in cui mario si muove non siamo certi. La ripetizione è l'unica realtà di mario. Con una scrittura avvolgente, sensuale e che procede per variazioni capitolo dopo capitolo, pur conservando un incalzare ipnotico, giulio mozzi in questo suo romanzo guida il protagonista, e chi legge, attraverso avventure in parte reali e in parte – ma la cosa è sempre indecidibile – del tutto immaginarie, portandoli a sfiorare le vite strane e misteriose di personaggi senza nome – il grande artista sconosciuto, il terrorista internazionale, il martellatore di monaci, il capufficio – che mario contempla come enigmi incomprensibili e rivelatori. Arrivando, nell'ultima pagina, alla più orribile delle conclusioni. Proposto da pietro gibellini al premio strega 2021 con la seguente motivazione: «questo libro di giulio mozzi è un romanzo che riesce a coinvolgere e a parlare di noi, senza che l'autore passi, come accade spesso nella narrativa contemporanea, attraverso la cronaca. Il legame che ci connette l'uno l'altro, racconta mozzi, è una particolare forma di violenza, interna alla nostra coscienza: può sfociare nel gesto aggressivo o imboccare il sentiero dell'amore. Il romanzo di mozzi è infatti un romanzo di amore e violenza, di tradimento e di quelle 'ripetizioni' che danno, a ciascuno di noi, il senso della realtà. Con un linguaggio e suggestivo e preciso al tempo stesso, l'autore conduce mario, il suo protagonista, attraverso avventure in parte sospese tra realtà e immaginazione, che lo portano a sfiorare vite strane e misteriose di personaggi senza nome: il grande artista sconosciuto, il terrorista internazionale, il martellatore di frati, il capufficio… mario li contempla come enigmi incomprensibili e rivelatori. Arrivando, nell'ultima pagina, a una sgomentante conclusione: non farà nulla. Della propria vita né delle proprie storie. Candido il romanzo di mozzi per l'originalità tematica, stilistica e ideologica. A differenza di tanta narrativa che corteggia il bene astratto e la quiete consolatoria, raccontare del male e del disordine che si annida in ciascuno di noi significa indagare la nostra possibilità di redenzione e speranza. »