Il 9 giugno del 53 a. C, sulla pianura di carre nell'alta mesopotamia, un esercito di cavalieri venuti dall'iran e dall'asia centrale sbaraglia un'armata di oltre cinquantamila uomini, inviati da roma a conquistare l'impero rivale dei parti. Oltre metà dei legionari trovano la morte sul campo, molti altri sono presi prigionieri e deportati, e quel che è peggio i nemici si impossessano delle insegne militari, estremo disonore per anni nella coscienza collettiva romana. Il generale, marco licinio crasso, è massacrato poco dopo la battaglia, e il suo cadavere oltraggiato rimane insepolto. Lo scontro segna una battuta d'arresto per roma: la sua avanzata verso la conquista del mondo, ritenuta fino ad allora inarrestabile, è bloccata da un'armata di cui erano state sottovalutate la perizia militare, la forza d'urto e, soprattutto, la capacità di resistere al temibile dispositivo della legione.