Alberto savinio propone in questo volume venti fra i più bei racconti di maupassant. Un incontro, quello tra lo scrittore italiano e maupassant, avvenuto nel 1944 e dal quale sono scaturiti una serie di traduzioni e un saggio, 'maupassant e l'altro', tra i più riusciti di savinio. Mai come qui, infatti, la sua scrittura è tanto sapida e scintillante, in particolare nel gioco di rimandi ironici fra il testo e le note, e mai la faccia nera e nascosta dello scrittore francese è stata così acutamente messa in luce.
Georges duroy è incredibilmente bello, e altrettanto spiantato. Quando rientra a parigi, dopo due anni in algeria come ufficiale degli ussari, ha una manciata di franchi in tasca e nessuna idea per il proprio futuro. Ma la sua vita è destinata a cambiare in fretta. L'incontro casuale con charles forestier, vecchio commilitone diventato caporedattore alla 'vie française', gli apre le porte del giornalismo e dei salotti mondani. Con il malizioso soprannome di bel-ami, georges inizia a sfruttare i vantaggi del proprio irresistibile fascino su donne potenti, che lo riveriscono e lo aiutano ad arrivare sempre più in alto. Oltre qualsiasi limite etico e morale. Un classico senza tempo e un antieroe da antologia, arrampicatore sociale per eccellenza. Maupassant delinea un affresco d'epoca amaro e brillante che ben coglie la mondana vivacità della belle epoque - e la corruzione da cui era pervasa come un cancro.
Scritto quasi di getto in soli due mesi tra il 1887 e il 1888, pierre e jean è una delle più riuscite prove narrative di maupassant. I fratelli roland, il cui rapporto è segnato da una tacita rivalità, si trovano improvvisamente divisi a causa di una misteriosa eredità. Gelosia e sospetto travolgono l'anima sensibile, solitaria ma anche passionale e rancorosa di pierre, il maggiore, escluso dalla successione che va a vantaggio del solo jean, mite e accomodante. La verità, dolorosa e inesorabile, si fa strada lentamente in un crescendo di angoscia e il conflitto tra i due giovani giunge presto al suo epilogo: l'uno si sposerà rientrando nel pacifico quanto ipocrita ordine borghese, l'altro, afflitto dall'assurdo fardello di un'espiazione che non gli appartiene, romperà definitivamente i ponti con il passato e con la famiglia.
'una vita' (1883) è il primo romanzo del giovane maupassant, incoraggiato e guidato da flaubert (ed è proprio un omaggio al maestro la frase che conclude il libro: 'la vita, vedete, non è mai così buona e così cattiva come si crede'). La protagonista è un 'cuore semplice', con una inesauribile capacità di amore e di sacrificio, una dolce e tormentata eroina della passività innocente. La modernità di maupassant sta anche nella mano sicura con cui disegna la progressiva latitanza della figura paterna e i dettagli di un ambiente matriarcale chiuso in se stesso, ossessivo e spettrale.
Francia, fine ottocento. La normandia, il mondo della finanza colonialista, amori infelici e legami spezzati, la guerra, l'inettitudine della classe media: questi i temi che ricorrono nelle tranches de vìe che vanno a comporre l'immagine di un paese decadente, immobile, di una borghesia piatta e mediocre, condannata a sopportare la realtà senza viverla. L'osservazione acuta del naturalista si coniuga in maupassant a un'attenzione morbosa nei confronti dell'ambiguità delle sensazioni e della fragilità delle psicologie. L'introduzione di louis forestier, uno dei massimi studiosi di maupassant, mette in luce le relazioni tra l'arte dello scrittore, la sua vita, la sua epoca, i suoi contemporanei.