Regina dal potere sconfinato, moglie assassina e vendicatrice, madre tradita e amorevole, figura capace di slanci e sentimenti di grande intensità o donna crudele e senza cuore? È davvero difficile provare empatia per una donna che tradisce il marito, agamennone, e che lo uccide al suo ritorno da troia assieme al proprio amante, senza conoscere fino in fondo le sofferenze a cui è stata sottoposta fin dalla giovane età. Una donna che ha dovuto sopportare l'omicidio del precedente marito e del figlio uccisi brutalmente, l'assassinio della figlia ifigenia sacrificata con l'inganno agli dei dal padre. Senza contare le umiliazioni pubbliche, i soprusi e gli abusi a cui la regina di micene deve sottostare per il bene pubblico. E così, in un racconto appassionante e commovente, clitennestra assume sembianze di una modernità impressionante e il lettore si ritrova avvinto da una spirale di odio, amore, violenza e spargimenti di sangue di familiari che non ha eguali nella mitologia greca.
L'antica città di temiscira ha una sovrana leggendaria: ippolita, regina delle amazzoni. Il suo è un popolo di guerriere, temute in tutta la grecia per lo straordinario valore in battaglia: si dice che sottomettano gli uomini e li utilizzino per la procreazione, che si amputino il seno destro per tirare meglio con l'arco e siano formidabili a cavalcare e con le armi. Ma ci sono pericoli che nessuna arma, per quanto letale, può scongiurare. E quando una nave giunge sulla costa dove ippolita domina incontrastata, il destino ha già iniziato a tessere la sua tela. Travolta da un amore inatteso e proibito, tanto impetuoso quanto contrario ai doveri di amazzone – ancora prima che di sovrana –, ippolita fa una scelta dalle conseguenze irreversibili. Sentendosi tradita dalla propria sorella, pentesilea sarà costretta a salire sul trono al suo posto e lavare via la sciagura che ippolita ha gettato sul popolo delle guerriere. Dimostrerà al mondo intero, se necessario, che le amazzoni non conoscono alcuna debolezza. E che sfidare la loro ira vuol dire prepararsi a combattere.
La leggenda vuole fosse un mostro, ma la verità è un'altra. In un tempo in cui gli dèi camminano tra i mortali, il confine tra la gloria e l'infamia è estremamente labile. Ma ogni mito ha bisogno di eroi e di mostri. Radiosa, innocente, la più pura tra le sacerdotesse di atena. La bellezza di medusa va ben oltre quella dei semplici mortali. Per questo, quando lo sguardo colmo di lussuria del dio poseidone cade su di lei, l'unico luogo in cui spera di trovare rifugio è il sacro tempio della protettrice dei greci. Ma nessuno può sfuggire a un dio. E la divina atena, signora delle arti e della guerra, non avrà pietà per colei che ha profanato la sua casa. Poco importa che medusa, violata nel corpo e nello spirito contro la propria volontà, implori il suo perdono. Da questo momento il male che le è stato inflitto diventerà la sua corazza e abbraccerà l'oscurità, in esilio, perché chiunque altro le ha voltato le spalle. Si trasformerà nel mostro che gli altri hanno deciso che doveva essere. Nel frattempo, un giovane di nome perseo si appresta a partire con la missione di uccidere medusa. La storia dell'eroe perseo e del mostro medusa è stata raccontata molte volte. Questa è un'altra storia.