'sono convocata. Giovedì alle dieci in punto. ' una giovane donna senza nome, in una città rumena, un appuntamento obbligato e temuto con i servizi segreti del regime di nicolae ceausescu. Durante il tragitto in tram per presentarsi all'interrogatorio, immagini e figure della vita attraversano la mente della protagonista: l'infanzia in una cittadina di provincia e il desiderio semierotico da lei provato per il padre, il primo matrimonio con un uomo che 'non era capace di picchiarmi e perciò si disprezzava', i racconti strazianti del nonno sulla deportazione. E poi la giovane amica lilli, uccisa da una sentinella alla frontiera con l'ungheria mentre tentava di fuggire dal paese; e paul, le sue giornate e le sue notti trascorse fin troppo spesso nell'alcol, ma anche i momenti di felicità vissuti insieme a lui, come bagliori fuggevolmente accesi. Tutto si affaccia alla memoria e si intreccia al presente, agli interrogatori e alle vessazioni, all'angoscia quotidiana e agli stratagemmi con cui il pensiero cerca tenacemente di non soccombere. Con questo romanzo herta müller ci offre un'esplorazione toccante e magistrale su come la dittatura arrivi a impadronirsi di ogni fibra dell'umano.
Gennaio 1945, la guerra non è ancora finita: per ordine sovietico inizia la deportazione della minoranza tedesca rumena nei campi di lavoro forzato dell'ucraina. Qui inizia anche la storia del diciassettenne leo auberg, partito per il lager con l'ingenua incoscienza del ragazzo ansioso di sfuggire all'angustia della vita di provincia. Cinque anni durerà l'esperienza terribile della fame e del freddo, della fatica estrema e della morte quotidiana. Per scrivere questo libro herta müller ha raccolto le testimonianze e i ricordi dei sopravvissuti e in primo luogo quelli del poeta rumeno tedesco oskar pastior. Avrebbe dovuto essere un'opera scritta a quattro mani, che herta müller decise di proseguire e concludere da sola dopo la morte di pastior nel 2006. È infatti attraverso gli occhi di quest'ultimo, e cioè quelli del ragazzo leo nel libro, che la realtà del lager si mostra al lettore. Gli occhi e la memoria parlano con lingua poetica e dura, metaforica e scarna, reale e nello stesso tempo surreale - come la condizione stessa della mente quando il corpo è piagato dal freddo e dalla fame. Fondato sulla realtà del lager, intessuto dei suoi oggetti e della passione, quasi dell'ossessione per il dettaglio quale essenza della memoria e della percezione, questo romanzo è un potente testo narrativo.
Sono gli ultimi tempi prima della caduta del regime di ceaučescu. Adina ha in casa una pelle di volpe. Un giorno si accorge che in sua assenza è scomparsa la coda. È l'inizio, adina è stata presa di mira dai servizi segreti. «quando il collage è completo, il lettore comprende che ognuna delle storie, ogni volo stilistico e fatto brutale sono stati necessari per raffigurare una società a pezzi» – the new york times «in tutti i libri la forza della prosa di müller sta nel coraggio e nell'abilità di ridurre la parola al ruolo di ancella delle immagini» - wlodek goldkorn sono gli ultimi tempi prima della caduta del regime di ceauçescu in romania. Adina fa la maestra, e ha in casa una pelle di volpe. Un giorno si accorge che in sua assenza è scomparsa la coda della volpe. È l'inizio: la prossima a scomparire è una zampa, poi un'altra. Adina è stata presa di mira dai servizi segreti. Pubblicato per la prima volta in germania nel 1992 e finora mai tradotto in italia, il romanzo si sviluppa attraverso una successione di quadri ed episodi – evocati con straordinaria potenza da una scrittura secca, ipnotica – che raccontano la storia di adina, dell'amica clara e del suo amante pavel, informatore della securitate, e del musicista paul. Fino al crollo della dittatura. La minaccia, tuttavia, non cessa: chi è la volpe – e chi il cacciatore?
'il premio nobel 2009 a herta müller riporta alla nostra attenzione questo romanzo per tanti aspetti autobiografico, scritto subito dopo il passaggio dell'autrice dalla romania alla germania ovest (1987) e pubblicato nel 1989 alla vigilia della caduta del muro di berlino. Si tratta di una delle prime e più forti testimonianze della difficoltà di vivere quel passaggio. È un'opera che racconta, infatti, l'esperienza di fuga da una dittatura e il travaglio di un esilio volontario, tanto cercato quanto doloroso e traumatico; della nostalgia e della perdita, della vita nomadica, di una coazione al movimento attraverso stazioni grandi e piccole, su treni, scompartimenti, sale d'aspetto e lungo binari. Con uno stile secco e tagliente, con un racconto senza ornato e senza tentazioni sentimentali, con una lingua alla quale resterà sostanzialmente fedele negli anni, herta müller fissa quasi ossessivamente gli oggetti e i gesti minimi di una vita tra confini e non-luoghi, racconta gli amori, le inibizioni e i ricordi di una giovane donna, il suo disagio di fronte a nuove relazioni umane. Questo romanzo, nel quale si intrecciano e si confondono valenze simboliche e dati di realtà, costituisce senza dubbio una tappa centrale nel coerente percorso di scrittura che ha portato herta müller ad ottenere il massimo riconoscimento internazionale'. (maria fancelli)