Oregon hill è più di una crime story, e rende omaggio al genere senza togliere l'anima ai personaggi, all'ambientazione, alle sfumature dei caratteri. E willie black si rivela un perfetto anti-detective noir, autoironico e impacciato, sempre disposto a sfidare le convenzioni pur di non rinunciare alla sua limpida umanità. «howard owen si dimostra un autore di razza, lucidissimo osservatore dei destini dei suoi personaggi, che con abilità districa i nodi di una vicenda perennemente in bilico tra il presente e il passato, tra il mondo interiore dei personaggi e il mondo esterno dominato da avidità, corruzione, menzogne e serpeggiante razzismo» - barbara baraldi, tuttolibriwillie black è un giornalista vecchio stampo, ama il suo lavoro ed è mosso da un senso di giustizia che è quasi il retaggio di un'altra epoca. Per contro, beve troppo, e il suo carattere ruvido e schietto, poco incline al compromesso, non lo aiuta: infatti, dopo una lunga carriera nella cronaca politica del quotidiano dove lavora, willie viene retrocesso alla nera, l'ultima sponda prima del licenziamento. Quando il cadavere di una studentessa viene ritrovato senza testa nelle acque del south anna, la polizia archivia il caso appena il danzato confessa; ma willie è convinto che dietro quel delitto si nasconda un colpevole ben più insospettabile. Così, intraprende un'inesorabile crociata a oregon hill, quartiere storico della città di richmond in virginia, dove è costretto a farsi strada in un clima di razzismo, corruzione e menzogne, alla ricerca della verità a ogni costo.