In questa esemplare raccolta di quindici racconti selby torna a occuparsi di new york, l'odiata-amata città natale nella quale aveva ambientato 'ultima fermata a brooklyn', considerato uno dei grandi romanzi americani. Qui harry, una specie di 'ognuno' metropolitano, un eroe dai mille volti del quale l'autore conserva solo il nome in racconti diversi per tono e taglio, attraversa momenti di smarrimento e di violenza che la vita quotidiana non risparmia a nessuno. Ma questa volta, a differenza di quanto avveniva in 'ultima fermata a brooklyn', nella solitudine e nella disperazione che attanagliano i suoi personaggi selby lascia filtrare un raggio di luce, come nel suggestivo testo dal quale prende il titolo la raccolta: è la possibilità di ristabilire, anche nel frenetico e per certi versi feroce scenario metropolitano, un rapporto positivo tra la propria interiorità, per quanto ferita, e il mondo circostante. Poeta di un'umanità reietta, selby sa cogliere il 'canto' delle cose nel silenzio della solitudine.
Il sogno americano è morto. Da un pezzo. Ma ognuno ha la sua droga per continuare a sognare: l'eroina, la televisione, il cibo, 'burqua' occidentali per evitare di guardare in faccia la realtà. 'requiem per un sogno' è la storia del 'risveglio' di quattro personaggi, legati dalle illusioni di cui si nutrono per sopravvivere, e della loro lenta discesa all'inferno. Caratterizzato da una scrittura vibrante e 'sensoriale', il libro rappresenta l'altra faccia del sogno americano con una crudezza notevole, ma forte di una commovente capacità di penetrare e descrivere la psicologia umana, le sue debolezze, il suo bisogno d'amare e di credere, nei suoi momenti di pura grazia, nella fede che ci sarà comunque, altrove, un'altra possibilità.