Quindici anni fa ida magli è stata una delle prime studiose autorevoli a schierarsi nettamente contro l'idea di un'unione europea, mostrandone i limiti, le storture e gli errori d'impostazione. Oggi, con la crisi dell'euro e il collasso di interi stati, davanti a crescenti spinte separatiste e ai molti 'no' sul progetto di costituzione unica, i fatti le danno ragione. L'unificazione è stata portata avanti per tentativi ed errori, e cinquecento milioni di persone diverse per lingua, storia, religione e costumi si sono ritrovate loro malgrado parte di una realtà che conoscono male e di cui nessuno gli parla. I vantaggi promessi non sono mai venuti, e l'ue pare solo un moltiplicatore di poltrone ad uso dei politici. In questo saggio fortemente polemico l'autrice affronta un argomento che pare tabù, indicandoci i responsabili di un progetto nato male, in cui gli stessi governanti non hanno fiducia. E, tra le ammissioni di giornalisti, politici, amministratori, industriali e uomini di chiesa, ci mostra come nessuno si stia opponendo a quello che ritiene un processo disastroso ma inarrestabile.
L'analisi compiuta in questo libro tende a dimostrare che gesù ha eliminato il fondamento della cultura ebraica scalzando i legami di sangue come unità di essenza, il tempo come attesa della salvezza, i tabù e i rituali di purificazione. Viceversa il cristianesimo, costituendosi fin dalle prime azioni di pietro e di paolo con tutte le strutture normali del sacro, non ha messo in atto quello che gesù aveva proposto. Si tratta di un'operazione impossibile? A giudicare da quello che è avvenuto nei duemila anni trascorsi e da quello che sta avvenendo oggi, con il riavvicinamento della chiesa wojtyliana all'ebraismo e al musulmanesimo, sembrerebbe di sì. Tuttavia la proposta di gesù sembra l'unica degna di salvare l'uomo contemporaneo.
'aprirai un conto corrente. È questo l'undicesimo comandamento; non avrai altro dio all'infuori di me. Andrai nella tua banca ogni mattina, che è la tua chiesa, e quei pochi soldini li verserai lì, così che il governo possa controllare se davvero li adoperi soltanto per mangiare. ' ida magli lancia un caustico grido di allarme contro l'attuale indirizzo politico e il nuovo apparato di governo, denunciando quello che per molti rappresenta un importante passo avanti dell'italia verso l'acquisizione di una piena dimensione 'europea' e che, ci dice la grande antropologa, costituisce invece un'ulteriore tappa verso il definitivo declino della nostra cultura, l'accettazione passiva di falsi valori che, dietro il culto della forma e dei numeri, nasconde l'incapacità di immaginare un vero futuro. Un j'accuse che non risparmia nemmeno il vaticano, la chiesa e il suo clero, colpevoli di non saper difendere la storia, l'arte e la tradizione - le ricchezze autentiche delle nazioni - dalla progressiva desertificazione della civiltà e di non saper controbattere efficacemente alla tecnocratica religione del profitto, fondata sul dogma della crescita perenne, che terrorizza agitando l'ingannevole spauracchio del default. Perché nessun popolo 'fallisce', e una cultura è viva finché continua a credere in se stessa e nella propria storia.
Ho voluto spiegare le religioni con estrema semplicità e assoluto rigore nel livello dei concetti, partendo dalla constatazione che, a prescindere dalle differenze fra l'una e l'altra, esse sono una creazione del pensiero umano e rispondono a due bisogni fondamentali strettamente connessi. Il primo: fornire una spiegazione della morte; il secondo: mettere in atto un potere che la domini. Il bisogno del potere è diventato subito primario in tutte le società, dalle più antiche alle contemporanee. E i detentori del potere si sono serviti del timore della morte e del controllo-dominio sulla morte per organizzare la vita del gruppo. Nelle religioni si nasconde la storia che sta sotto alla storia dell'uomo; i passi incerti, pieni di angoscia e di speranza che gli uomini hanno via via compiuto per poter vivere malgrado la morte; per venire a patti con le forze soverchianti da cui erano e sono circondati. Raccontarle significa raccontare la solitudine, accompagnare gli uomini di ogni epoca nei loro innumerevoli tentativi.