Nella vita, la concorrenza tra le specie e la capacità di adattamento sono tutto ciò che conta. È questo che insegna ai suoi alunni inge lohmark, professoressa di biologia vecchia maniera, in una sperduta cittadina dell'ex ddr, che con il tasso di natalità a picco non ha più nessuno che abiti le case né bambini da iscrivere a scuola. Intransigente e rigorosa, dà del lei a ragazzini ancora storditi dalla polluzione notturna, non incoraggia i più lenti perché sono parassiti nel corpo della classe e non difende i più deboli perché la selezione è un meccanismo aureo per l'evoluzione delle specie. Ma l'applicazione del darwinismo e delle leggi di natura alla realtà sarà destinata a infrangersi contro il sorgere di un sentimento, un desiderio di vicinanza illogico e ingiustificato nei confronti di un'alunna. Con ironia e scorrettezza, judith schalansky racconta la fine del mondo a partire da un punto di vista marginale: quello dell'uomo.