Turbine specchio perfetto della società contemporanea, racconta tutta la rabbia e la frustrazione di un mondo che fatica ad affrontare il cambiamento. Un romanzo brillante, intelligente come la migliore satira politica, avvincente come un giallo e umano come una confessione, che in germania è stato un clamoroso caso letterario. «juli zeh ci ha regalato un gioiello che nessuno deve lasciarsi sfuggire» - martin schulz, frankfurter allgemeine zeitung «juli zeh ha scritto il romanzo del momento: sulla rabbia, sull'antipolitica e sulla rassegnazione» - der spiegel «il romanzo a sfondo sociale di juli zeh, che getta uno sguardo privo di cliché nel cuore della nazione tedesca, è un trionfo letterario» - der tagesspiegel sembra proprio che gerard e jule abbiano trovato un angolo di paradiso. È il villaggio di unterleuten, poco lontano da berlino. Romantici cottage, aperta campagna, aria pulita: un luogo dove la vita è autentica. Fin dal principio, però, si percepisce un'atmosfera cupa, qualcosa che minaccia la quiete, qualcosa che ribolle sotto la superficie e sta per esplodere… quando una ditta decide d'impiantare un gruppo di turbine eoliche nelle immediate vicinanze del paesino, si delinea un conflitto che va ben oltre le vite private degli abitanti: si tratta di uno scontro tra generazioni, tra città e campagna, tra artificio e natura, tra perdenti e vincitori post-muro. Una vera e propria guerra di tutti contro tutti, in cui dietro alle ideologie si nascondono gli istinti più bassi mentre le dinamiche spietate della provincia non fanno che esasperare il bisogno quasi carnale di appropriarsi di un pezzo di terra. Un crescendo di tensione che sfocia nella nevrosi collettiva e in cui la certezza è una sola: non si salva nessuno.