«a volte il pensiero peggiore diventa un treno inarrestabile. È stata colpa mia? È stata colpa mia? È stata colpa mia? » «un esordio magistrale, che si distingue per l'empatia e l'implacabile precisione con cui tratteggia i personaggi» - michiko kakutani, the new york times «imprevedibile e commovente. La bambina con il cappotto rosso non somiglia a nessun'altra cosa abbiate letto in passato» - marie claire «uno dei rari casi in cui la tensione narrativa si sposa con la bellezza della scrittura» - the huffington post «nelle prime pagine incontriamo un labirinto, ma a dire il vero tutto il romanzo è un labirinto dal quale ti auguri di emergere il piú tardi possibile. Straordinario che un libro cosí soffuso di grazia e mistero sia opera di un'autrice esordiente» - matt haig carmel ha otto anni, i capelli ricci che spuntano in fuori come pistilli di un soffione, un cappottone largo del suo colore preferito. Secondo la maestra si scorderebbe anche la testa, se non l'avesse attaccata al collo. Ma per la madre beth i suoi momenti d'assenza sono esercizi di fantasia, fughe di una mente affamata di storie. Ecco perché un pomeriggio, durante un festival di storie per l'infanzia, carmel crede anche a quella che le racconta un distinto signore con gli occhialetti tondi. Sua madre ha avuto un incidente, e lui è il nonno che la bambina non ha mai conosciuto e che si prenderà cura di lei per un po'. Mentre beth continua a cercarla senza arrendersi, carmel diventa una delle tante ragazzine scomparse che affollano le pagine di cronaca: con l'unica differenza che non sa di essere stata rapita. Tradotto in sedici paesi, la bambina con il cappotto rosso è una trascinante favola nera sulle storie che ci raccontiamo per sopravvivere ai dolori piú grandi – e su quelle che invece possono materializzare le nostre peggiori paure.