Con una scrittura poetica e potente, in questo romanzo d'esordio jing-jing lee attinge alla sua storia familiare raccontando la memoria dolorosa e a lungo taciuta di una generazione di donne delle quali è stata per decenni negata l'esistenza: una pagina di storia che troppo a lungo è stata confinata all'oblio. «una storia straziante, ma colma di speranza, sulla memoria, il trauma e l'amore» - the new york times «un libro autentico, un'autrice che dimostra una grazia ammirevole nella scrittura» - the sunday times «una storia avvincente sulle generazioni tormentate dalla guerra e dal silenzio che circonda le loro sofferenze» - kirkus reviews wang di ha soltanto sedici anni quando viene portata via con la forza dal suo villaggio e dalla sua famiglia. È poco più che una bambina. Siamo nel 1942 e le truppe giapponesi hanno invaso singapore: l'unica soluzione per tenere al sicuro le giovani donne è farle sposare il più presto possibile o farle travestire da uomini. Ma non sempre basta. Wang di viene strappata all'abbraccio del padre e condotta insieme ad altre coetanee in una comfort house, dove viene ridotta a schiava sessuale dei militari giapponesi. Ha inizio così la sua lenta e radicale scomparsa: la disumanizzazione provocata dalle crudeltà subite da parte dei soldati, l'identificazione con il suo nuovo nome giapponese, il senso di vergogna che non l'abbandonerà mai. Quanto è alto il costo della sopravvivenza? Sessant'anni più tardi, nella singapore di oggi, la vita dell'ormai anziana wang di s'incrocia con quella di kevin, un timido tredicenne determinato a scoprire la verità sulla sua famiglia dopo la sconvolgente confessione della nonna sul letto di morte. È lui l'unico testimone di quell'estremo, disperato grido d'aiuto, e forse wang di lo può aiutare a far luce sulle sue origini. L'incontro fra la donna e il ragazzino è l'incontro fra due solitudini, due segreti inconfessabili, due lunghissimi silenzi che insieme riescono finalmente a trovare una voce.