Seneca è forse il più moderno dei filosofi antichi. Di certo, il più vicino alla nostra sensibilità e al nostro gusto letterario. Pensatore non sistematico, nelle lettere a lucilio seneca non propone un sistema filosofico cui conformare la propria vita, ma traccia piuttosto un itinerario, di cui ogni lettera è una tappa, verso la virtù e la vera libertà interiore, proponendosi come compagno di viaggio più che come maestro. Scrittore raffinato e fortemente innovativo, seneca crea nelle lettere uno stile particolarissimo, nervoso e inquieto, specchio di un'inesausta ricerca nei segreti dell'animo umano e nelle contraddizioni che lo lacerano. Luca canali propone nell'introduzione una chiave di lettura della filosofia di seneca alla luce delle sue tormentate vicende biografiche.
Scritte durante gli ultimi anni di vita, le «lettere morali a lucilio» costituiscono la più geniale opera di seneca sotto il profilo del pensiero filosofico e la più significativa della sua personalità. Seguace del pensiero stoico, senza però assumerne le posizioni estreme, il grande erudito latino raccomanda in queste epistole la supremazia della ragione e il sacrificio dell'individuo a vantaggio della collettività, rivelandosi psicologo sensibile e raffinato, che conosce l'arte della persuasione e si rende conto di come il dialogo sia la forma letteraria più consona per raggiungere il perfezionamento morale.
Il senso della fuga del tempo e della caducità delle cose percorre tutta l'opera di seneca. A questa realtà egli oppone una problematica saggezza, che invita a liberare lo spazio breve dell'esistenza dalle futili tensioni che lo consumano, vanificandone la potenziale ricchezza. Il tempo è il bene più prezioso dell'uomo; ma è anche quello più facilmente dissipato. Ecco l'impietoso spettacolo dell'alienazione umana, la massa frenetica degli affaccendati, il dramma delle vite consunte dalla brama di ricchezza e di potere; e, di contro, la figura del saggio, che nel dominio razionale di sé sa rendere intenso e fecondo ogni attimo dell'esistere e fa di ogni giorno che passa una vita. La brevità della vita è qui presentato da uno dei più sensibili studiosi dell'opera senecana, alfonso traina, cui si devono introduzione, traduzione e note.