Una resa dei conti dove tradirsi o salvarsi può essere paradossalmente lo stesso gesto. «lí, distesi a terra, rivolti al cielo di una tinta indefinibile, le parti si invertivano: lí pietro sapeva cose che paolo ignorava. Quel tempo era stato un immenso vomere che aveva ribaltato il terreno delle loro esistenze» «un romanzo commovente e feroce che racconta la storia di un'amicizia e insieme una spiazzante epopea ambientata nel primo novecento» – robinson «con una lingua densa e sapida, ricca di lessico e costrutti non ordinari, che spesso sconfina nella poesia, marcello fois firma una piccola iliade» – il fatto quotidiano prima erano inseparabili: pietro figlio dei servi, paolo dei padroni, un'adolescenza trascorsa in comunione con la natura, nel cuore vivo di una sardegna selvaggia. I giochi, le parole pronunciate per conoscersi o per ferire, poi lucia, «una giovane acacia selvatica»: sono tante le vie per scoprire chi sei, chi vuoi diventare, qual è la misura esatta del tuo potere. Quando paolo viene chiamato alle armi, per una promessa che assomiglia a un patto di sangue si arruola anche pietro, da volontario. Il suo compito è guardare a vista l'amico fragile, sorvegliarlo, proteggerlo. Le disparità nel loro rapporto ora non è piú possibile ignorarle, s'impongono come le regole di grammatica che paolo un tempo spiegava a pietro: ci sono dei verbi, gli ausiliari, che permettono a tutti gli altri di spostarsi nello spazio e nel tempo. «non lasciarmi» chiede paolo, e pietro forse lo tradirà o forse rispetterà la promessa, ma da quei giorni di bombe e combattimenti le loro vite, e quelle delle loro famiglie in sardegna, cambieranno per sempre. Sino a quel mattino di gennaio in cui, ormai uomini fatti, si troveranno di nuovo uno di fronte all'altro. In una resa dei conti dove tradirsi o salvarsi può essere paradossalmente lo stesso gesto.