Il 15 giugno 1968 il terremoto sconvolge la valle del belice. Mentre la ricostruzione parte tardi e male, si afferma l'idea di ricostruire gibellina diciotto chilometri più in basso rispetto al paese distrutto dal sisma. La città deve essere speciale, nuova, capitale dell'arte moderna. La gente del belice invece di acqua, luce, strade, scuole e centri sociali e culturali vede sorgere edifici scandinavi, boulevard parigini, chiese stile islamico e una infinità di monumenti-opere d'arte. Una ricostruzione di un fenomeno politico, sociale e culturale che ha coinvolto il mondo dell'architettura internazionale e ha messo in pericolo equilibri politici consolidati da anni, richiamando anche l'attenzione di molti giudici in indagini su fatti criminosi.