In un'epoca in cui l'amore eterno sembra passato di moda sia come mito romantico che come sogno degli adolescenti, mark twain ce ne rinnova la speranza. Il segreto è quello della tolleranza, che nell'accettazione delle reciproche fastidiose diversità consente di raggiungere il traguardo faticoso di una vita in comune. L'amore eterno qui sulla terra non è un tenero idillio, ma una laboriosa conquista.
Iniziato nel 1870 e giacente per anni in una cassaforte, pubblicato poi sullo 'harper magazine' del dicembre 1907 e del gennaio 1908 e un anno dopo in volume (ma i primi due capitoli usciranno soltanto postumi), il viaggio in paradiso è fra le opere migliori del grande scrittore americano mark twain, quella che meglio di ogni altra, secondo george bernard shaw, permette di entrare nel suo universo di scrittore. Si tratta di una specie di fantasia 'americana' sull'oltretomba, visto come un luogo completamente all'opposto delle nostre più 'verosimili' e rosee aspettative; ed è in effetti una bolgia indescrivibile di situazioni quella che travolge il protagonista, il vecchio lupo di mare capitano stormfield, in un crescendo umoristico irresistibile.
Mark twain è stato un autore dissacrante, sempre arguto e ironico nei confronti dei codici morali e delle convenzioni che strutturano le consuetudini tradizionali di vita. Nelle storie qui raccolte - scritte nel suo periodo creativo più fertile, dal 1863 al 1895 - la sua verve umoristica e polemica diventa assoluta protagonista. Ed ecco in rapida sequenza: i consigli spregiudicati a bambini e bambine, gli approcci irriverenti alla retorica sui 'padri della patria' e la graffiante ironia nei confronti della religione e del perbenismo. Ma anche il ribaltamento di trame edulcorate e moraleggianti, cattivi che hanno successo e buoni che falliscono miseramente, un mondo civile e politico messo alla berlina a volte in maniera macabra. Per non parlare poi delle riflessioni al vetriolo sull'ansia di rispettabilità, sull'ipocrisia diffusa, sulla filosofia della 'legge e ordine' e degli aspri attacchi al razzismo della società americana. Quella che risuona con vigore in questi racconti è la voce di grande attualità e fuori da ogni schema di twain: un salutare antidoto ai luoghi comuni e al razzismo. Un grande scrittore libertario.
Nella città immaginaria di deer lick, l'umile contadino john gray vorrebbe dare in matrimonio sua figlia mary al rampollo della famiglia più ricca. L'arrivo di un misterioso straniero, però, spariglia le carte. Apparso dal nulla in un campo di neve, l'uomo rifiuta di dare informazioni sulla sua persona, limitandosi a proclamare di essere il conte di fontainbleu. Avvolto dall'aura di un fascino imperscrutabile, il conte mette gli occhi sulla bella mary e dà inizio a una corte serrata. La faccenda, insomma, si complica, fino a diventare del tutto assurda quando il fratello del contadino, david gray, viene improvvisamente assassinato. Rimasto nel cassetto per oltre un secolo e apparso per la prima volta in volume nel 2001, il racconto era destinato a un progetto proposto dallo stesso twain alla rivista
Il libro, uscito nel 1885, costituisce una vasta epopea dell'america degli avventurieri e delle miserabili città dislocate lungo la vallata del missouri e dell'ohio, l'america dell'età dell'oro e della colonizzazione, della vita violenta e della vita semplice e patriarcale. Tom sawyer e huckleberry finn sono il tipico ritratto del ragazzo americano e del suo rapporto con questo mondo. Huckleberry, fuggito dalle persecuzioni di un padre ubriacone, dopo aver vissuto dentro una botte da zucchero, di nuovo fuggiasco, intraprende un grande viaggio sul missouri, in compagnia di uno schiavo negro: jim un altro miserevole evaso. Avventure complicate e incontri imprevisti, fino all'incontro con tom sawyer.