Questa è la storia di un trauma sessuale. Non era più di primo pelo quando gli accadde, era un adulto fatto e finito; e consenziente - assolutamente consenziente. Ma non per questo non ne è stato segnato: keith ha poco più di vent'anni durante quell'estate torrida, infinita ed eroticamente decisiva che trascorre in un castello italiano insieme alla sua ragazza, un'amica e un variegato manipolo di altri personaggi degni di una commedia shakespeariana. Qualche escursione, un ozioso tuffo in piscina e non resta molto con cui occupare il tempo se non flirtare con gli altri giovani della compagnia e abbandonarsi alle proprie ossessioni. Due, nel caso di keith: il sesso e la letteratura. Sono anni in cui l'educazione sentimentale inizia a esser declinata come un bollettino di guerra: quella tra i sessi naturalmente, di cui keith si trova a essere volenteroso ma smarrito fantaccino spedito a un fronte mai come allora in movimento. Un eccitante (o angosciante) interregno sospeso tra il ritiro dell'ancien regime sessuale cacciato dalla rivoluzione dei costumi e l'instaurarsi di un nuovo governo: del resto, come dice il poeta, 'il mondo uscente non lascia eredi, bensì una vedova incinta'. E poi c'è la letteratura: la conquista faticosa, perennemente inconclusa, di un proprio stile, di una propria voce che riecheggi quella dei padri (ripercorsi uno dopo l'altro come in un particolareggiato compendio della materia) ma che da loro non si faccia sopraffare.
Proposto fin dall'inizio come il messaggio di un suicida, il romanzo ha come protagonista john self, un trentacinquenne 'drogato di ventesimo secolo', regista di spot pubblicitari, alle prese con il suo primo lungometraggio: 'money'. John self muove il suo corpo ingombrante, viziato da eccessi alimentari e alcolici, in una new york dominata dall'efficientismo caotico del successo e dei soldi. Ma la sua inadeguatezza alle regole della grande mela non è il solo problema di self: ossessionato dalla certezza dell'infedeltà di selina, la sua amante di londra, la tempesta di telefonate, ed è a sua volta tormentato dalle chiamate di un molestatore misterioso.
Il detective mike hoolihan ha un fisico corpulento da camionista, i capelli biondo tinto e una voce cavernosa per il troppo fumo. Il detective mike è una donna. Una donna grassa, brutta, ex alcolizzata. Un'amica d'infanzia, jennifer, si è sparata tre colpi di una calibro 22 in bocca. Jennifer era bellissima, intelligente, professionalmente realizzata e sentimentalmente felice. Suo padre, pezzo grosso della polizia, non crede al suicidio e dà carta bianca a mike. Cosi lei, che vorrebbe dimenticare la storia al più presto, ci si ritrova invischiata fino al collo. E comincia a fare strane scoperte: errori inspiegabili sul lavoro, frequentazioni ambigue, depressioni. Martin amis gioca con le convenzioni del thriller per affrontare, nel suo modo sornione e disincantato, interrogativi che vanno ben al di là di una storia 'nera': lo spazio - la relazione - che corre tra gli eventi minimi della vita quotidiana e le leggi che governano l'universo: le misteriose tensioni conflittuali, il rapporto di affetti, invidie, le feroci rivalità che sembrano nascondersi in ogni amicizia.