Un convitto nel quartiere romano della garbatella. Una ragazza improvvisamente scomparsa. Una verità che dopo anni torna a galla. Roma. Quartiere garbatella, 1959. Antonio piccillo, un brigadiere in pensione, assiste al ritrovamento di un corpo dentro al pozzo di un convitto abbandonato. Il cadavere è mummificato e avvolto in un lenzuolo. I capelli rossi spiccano sul panno bianco. Di fronte a quell'immagine, la memoria di piccillo torna indietro nel tempo, a un caso irrisolto che lo ha personalmente coinvolto: marta vincenzi, una ragazzina di tredici anni, scomparsa nel 1943 dal collegio che la ospitava. All'epoca l'ipotesi più accreditata era stata la fuga d'amore, ma piccillo non ne era mai stato convinto. Gli interrogatori delle compagne di marta e della direttrice del convitto erano stati condotti senza il rigore necessario. Per la polizia, il caso della mummia riemersa dal pozzo è un bel grattacapo ed è per questo che il commissario che segue le indagini chiede aiuto al vecchio piccillo: lui conosce tutto del quartiere, ricorda fatti, storie e volti di persone legati agli anni in cui la ragazzina sparì. Muovendosi in una roma piena di misteri, scavando negli anni in cui il regime fascista era in pieno declino, il giovane commissario e il brigadiere in pensione scopriranno una verità a lungo occultata.